Il Bitcoin si trova in procinto di vivere una vera e propria svolta di mercato, che può portare il suo valore a crescere fino a 138,5mila dollari entro la fine del 2025. Mentre in passato abbiamo sempre assistito a rally legati prevalentemente alla componente retail, stavolta siamo in presenza di un trend di crescita sostenuto da fattori strutturali di lungo termine: afflussi consistenti da parte di investitori istituzionali, un contesto macroeconomico favorevole e a un contrazione dell’offerta senza precedenti.
A proposito dell’ultimo punto, lo sprint che oggi sta vivendo il Bitcoin e che lo sta nuovamente portando a superare ogni record, è anche un segnale di profondo mutamento proprio delle dinamiche tra domanda e offerta e questo per via del lancio, nel gennaio dello scorso anno, dei primi ETF spot sull’asset. Infatti, questi fondi sono diventati un vero e proprio catalizzatore di capitale istituzionale, con gli investitori che sono diventati una sorta di acquirente costante in grado di generare afflussi che richiedono il mining di oltre 450 unità di BTC su base giornaliera. Come noto, una delle caratteristiche principali del Bitcoin è quella di avere un’offerta massima limitata e la dinamica che si è innescata sta portando a un suo più rapido esaurimento, modificando il mercato e creando pressioni rialziste sul prezzo.
Tuttavia, il meccanismo descritto non è sostenuto solo dagli ETF. Infatti, sono sempre di più le imprese che, per crearsi una posizione verso BTC si rivolgono ad altre società attive nel settore. Inoltre, sono in aumento le public company in cui l’asset figura nei loro bilanci, a dimostrazione di come il suo ruolo di riserva di valore sia sempre più riconosciuto. Infine, passando a una scala ancora più grande, perfino i governi e altri player statali stanno muovendo i primi passi in questo mercato: il New Hampshire e l’Arizona hanno introdotto leggi volte a stabilire un livello di riserve in Bitcoin, mentre il fondo sovrano di Abu Dhabi si sta esponendo sempre di più alla criptovaluta.
Come accennato inizialmente, il rally attuale si lega anche a un contesto favorevole, in cui le banche centrali più importanti stanno iniziando a rivedere le loro politiche dopo due anni di monetary tightening, con la Federal Reserve che dovrebbe procedere a tagliare i tassi d’interesse entro la fine dell’anno. Al tempo stesso, l’espansione dei bilanci della Banca Centrale Europea, della Bank of Japan e della Banca Popolare Cinese sta contribuendo a incrementare il livello di liquidità sui mercati.
Anche i recenti accordi tra Stati Uniti e Cina, che hanno contribuito ad allentare le tensioni commerciali tra i due paesi, sono un fattore positivo. Infatti, con le due maggiori economie mondiali che sembrano andare verso un disgelo, la fiducia degli investitori sta aumentando, riflettendosi nell'ascesa dei mercati azionari e nel restringimento degli spread creditizi. Insieme, questi sviluppi creano un contesto fertile per asset come Bitcoin, soprattutto ora che gli investitori sembrano scontare sempre di più uno scenario di soft landing dell'economia globale.
In passato, i maggiori boom del prezzo del BTC sono stati registrati a distanza di 6-12 mesi dall’halving, come osservato nel 2017 e nel 2020, quando l’entusiasmo dei retail e le condizioni monetarie favorevoli hanno portato il valore dell’asset a decuplicare. È estremamente improbabile che ciò si verifichi anche stavolta, ma le esperienze passate ci dicono che potremmo comunque assistere a una crescita del 100% o addirittura del 200% rispetto al massimo storico raggiunto negli anni presi in esempio, che era di 69mila dollari, e questo perché la frenesia dei retail, stavolta, appare più contenuta rispetto al passato, al contrario di quanto osservato con gli istituzionali.
Mettendo a sistema tutti gli elementi discussi finora, lo scenario di un Bitcoin a quota 138,5mila dollari appare sempre più concreto e realistico. Se alla fine si dovesse concretizzare, questo livello di prezzo significherebbe un rendimento del 35% rispetto ai livelli di oggi, quindi più contenuto rispetto al passato, ma comunque in linea con i trend post-halving. Con un minor numero di venditori, acquirenti più ricchi e una liquidità globale in espansione, il Bitcoin sembra pronto per un anno eccezionale.