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Amundi: L'impatto dei dazi di Trump

 
Amundi: L'impatto dei dazi di Trump

Il livello “scontato” dei dazi reciproci è più severo per quei paesi definiti i “peggiori trasgressori”, tra cui Cina e UE, mentre per gli altri paesi è prevista un dazio universale minimo del 10%. I dazi su Canada e Messico sono attualmente sospesi, mentre le discussioni sull'USMCA (accordo Stati Uniti-Messico-Canada) dovrebbero procedere in parallelo.

L'Asia deve affrontare le sanzioni più significative, anche se rimangono diverse domande:

Cosa accadrà agli accordi di libero scambio esistenti o futuri?

Come evolverà la situazione con Taiwan e le esportazioni di chip negli Stati Uniti? Alcune aziende attualmente stanno espandendo la loro presenza negli Stati Uniti, quindi potrebbero essere concesse esenzioni per le aziende che si trasferiscono negli Stati Uniti?

Alcune cifre rimangono ambigue. Ad esempio, lo sconto per la Cina non sembra essere un vero sconto. L'amministrazione ora sostiene che i dazi del 54% (34% + 20%) sono effettivi, suggerendo che i dazi medie del 12-13% precedentemente in vigore prima di Trump sono incluse nell'attuale 34%. Tuttavia, la nuova aliquota è molto più alta e lo sconto è parzialmente presente.

Inoltre, un ordine esecutivo separato di Trump elimina la regola di importazione “de minimis” che consentiva l'ingresso in USA esente da dazi di pacchi di basso valore provenienti da Cina e Hong Kong. Tuttavia, i venditori cinesi possono vendere prodotti direttamente a clienti americani ed europei tramite piattaforme come Amazon e Temu, e la sezione 321 del Tariff Act del 1930 consente alle importazioni statunitensi al di sotto di una soglia de minimis di entrare senza dazi, che fino ad oggi era pari a 800 dollari. Vale la pena notare che tra il 2018 e il 2021, il 64% (149 miliardi di dollari) delle importazioni de minimis proveniva dalla Cina. I nuovi dazi genereranno entrate tariffarie aggiuntive per gli Stati Uniti, ma avranno anche un impatto diretto sui prezzi al consumo, in particolare su gruppi a basso reddito.

Stime preliminari suggeriscono che, con le misure attuali, il tasso medio dei dazi statunitensi potrebbe salire a circa il 20% (livelli del 1930), aumentando il rischio di stagflazione.

L'America Latina è una vincitrice relativa, con una tassa sulle importazioni pari solamente al 10% e il Messico è esente da dazi reciproci. Mentre tutte le auto straniere sono soggette a una tassa del 25%, i ricambi auto messicani sembrano essere esclusi poiché la tassa si applica solo ai componenti non statunitensi, il che complica la situazione. Anche il rame cileno, un materiale fondamentale per gli Stati Uniti, sembra essere esente.

L'incertezza persiste, in particolare per quanto riguarda la possibilità che gli sconti vengano rapidamente revocati, con l'amministrazione che mette già in guardia contro possibili misure di ritorsione.

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