I mercati asiatici e globali hanno subito un altro sell-off poiché il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha mostrato alcun segno di arretramento dal suo aggressivo programma dei dazi, nonostante i forti ribassi dei mercati azionari.
Il Nikkei è sceso di un altro 6%, gli indici cinesi dell’8% ancora peggio Taiwan con cali superiori al 10% e Hong Kong con perdite superiori al 13%. Traumatico anche l’avvio in Europa. L’indice tedesco evidenzia un ribasso del 7%, quello italiano del 7%, quello francese del 6%. Male anche i cfd sui future USA con perdite attorno al 5%.
Le ragioni del crollo
Gli investitori avevano sperato che il danno economico avrebbe spinto a ripensare la politica, ma Trump ha insistito sul fatto che la "medicina" era necessaria per fare tornare in equilibrio la bilancia commerciale e aumentare la produzione statunitense (con un conseguente incremento dei posti di lavoro). Le ritorsioni della Cina e le probabili reazioni degli altri paesi colpiti hanno incrementato le preoccupazioni degli addetti ai lavori su una caduta della domanda globale a causa di una conclamata guerra commerciale.
Cosa farà la FED?
Mentre aumentano i timori di una recessione negli Stati Uniti (le nostre probabilità sono fissate al 50%), i mercati stanno rapidamente scontando molteplici tagli dei tassi della Federal Reserve, potenzialmente a partire da maggio, sebbene il presidente Jerome Powell rimanga cauto in mezzo ai rischi di inflazione.
Al momento il mercato sconta 5 tagli dei tassi di interesse da parte del FOMC, la commissione operativa della FED, nel corso del 2025.
E la Cina?
Le interruzioni della catena di approvvigionamento dovute ai dazi si stanno propagando nel commercio globale, con la Cina che segnala di essere pronta per una situazione di stallo prolungata e di continuare a porre limiti all’esportazione di terre rare (in particolare antimonio, germanio e gallio).
Nel Black Monday chi guadagna?
Tra gli indici solamente il Vix mostra un rialzo del 14% salendo sopra 34. Tra le valute la più forte è il franco svizzero seguito dallo yen giapponese. Tra le commodities segnali positivi dall’argento. Tra i bond salgono le quotazioni dei governativi in particolare quelli tedeschi.