Durante la riunione di oggi, la BCE ha optato per l’atteso taglio dei tassi
d’interesse da 25 punti base. La decisione è stata presa per consensus, nessun votante si è
opposto, c’è stata solo un’astensione, quella del governatore austriaco Robert Holzmann. Nel corso
della conferenza stampa post-riunione, Christine Lagarde ha ribadito che i rischi per la crescita
dell’Eurozona sono stati rivisti al ribasso, mentre i recenti piani relativi a infrastrutture e difesa
potrebbero comportare un rialzo della crescita e dell'inflazione.
Al momento, in assenza di ulteriori
dettagli, è prematuro concludere quale dei due effetti è destinato a prevalere. In risposta alla
domanda di un cronista, Lagarde ha sottolineato come si sia passati dalla politica monetaria
“restrittiva” evidenziata dal precedente comunicato, a quella "significativamente meno restrittiva"
dell’attuale comunicato stampa.
La presidente ha concluso affermando che, se i dati dovessero
supportare la decisione, la Banca Centrale Europea potrebbe interrompere il percorso di tagli in
occasione della riunione del 17 aprile. In futuro, saranno come sempre i dati ad influenzare le mosse
dei policymaker, in base al consueto approccio “data dependent”.
Ad oggi, l’ipotesi base è che la BCE porterà il tasso sui depositi dall’attuale 2,5% al 2% entro la
prossima estate. Per la riunione di aprile, la pausa è vista come altamente probabile, sia per
verificare l’impatto dei piani di spesa annunciati principalmente dalla Germania, che per valutare
l’esito della minaccia di dazi Usa sulle importazioni di automobili e, verosimilmente, di altri beni
dall’Europa, a partire dal 2 aprile.
Le decisioni della BCE al momento passano in secondo piano, essendo nettamente prevalente
l'impatto sui bond dei recenti piani di spesa tedeschi, con il conseguente forte aumento delle
emissioni, necessario per finanziare tali piani.