Per l’auto italiana (ed europea) occorre un salvataggio
In aprile sono state immatricolate in Italia 139.084 autovetture. Nell’aprile dell’anno scorso, con lo stesso numero di giorni lavorati, ne erano state immatricolate 135.415. Vi è quindi, nell’aprile scorso, una crescita, ma decisamente modesta: +2,7%. Il mercato italiano dell’auto resta dunque su livelli estremamente depressi e molto lontani da quelli precedenti la crisi da coronavirus. Nell’aprile 2019 le immatricolazioni furono infatti 174.925 e quindi il calo del mese scorso, rispetto al livello ante-crisi, è di ben il 20,5%
Per valutare correttamente quanto grave sia l’attuale situazione del mercato dell’auto italiano (ma il quadro europeo è sostanzialmente analogo) va detto che nel 2019 le immatricolazioni di autovetture furono 1.916.951, un volume, fra l’altro, tutt’altro che eccezionale, se si pensa che nei primi anni del secolo, prima della crisi di Lehmann Brothers del 2008, le immatricolazioni di autovetture in Italia si aggiravano intorno ai 2.300.000 unità all’anno con punte di 2.420.000 unità nel 2001 e di 2.493.106 unità nel 2007.
Tornando ad oggi, la piccola crescita dell’aprile scorso segue l’incremento di marzo (+6,2%), che era stato però preceduto da ben sette cali consecutivi. Proiettando il risultato dei primi quattro mesi sull’intero 2025 e tenendo conto della stagionalità delle vendite, si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.485.886, un livello decisamente infimo rispetto alla situazione ante-crisi e che non consente la regolare sostituzione delle auto di un parco circolante che, secondo l’ultimo dato disponibile (2023), aveva toccato quota 40.915.229 auto per continuare presumibilmente a crescere anche nel 2024.
Il motivo per cui il parco circolante continua a crescere è che non c’è nessuna disaffezione dall’automobile. Anzi. Il miracolo di un parco circolante che cresce mentre le immatricolazioni restano su livelli infimi si spiega con il fatto che gli italiani per continuare ad usare l’auto mantengono in esercizio un numero notevole di auto usate, anzi decisamente usate, che in tempi normali sarebbero state da tempo rottamate. Non a caso nell’aprile scorso sono state acquistate 475.733 auto usate (+6,5%) e nel primo quadrimestre di quest’anno ne sono state acquistate addirittura 1.961.014 (+5,2%).
E’ appena il caso di sottolineare – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che i livelli infimi raggiunti dalle immatricolazioni di autovetture in Italia e nel resto dell’Unione Europea, unitamente ai dazi di Trump e alla crescente penetrazione di nuovi concorrenti molto determinati sul mercato italiano ed europeo, stanno creando una situazione molto difficile per l’industria europea dell’auto tanto che il Festival dell’Economia di Trento il 22 maggio ha previsto un seminario dal titolo “Salvare l’auto europea”. Questo seminario è certamente opportuno ma non si vede chi, al di fuori dell’Europa, abbia interesse a salvare l’auto europea. Ed è quindi evidente che se salvataggio ci sarà, lo potrà fare solo l’Unione Europea facendo finalmente giustizia degli innumerevoli errori commessi facendosi dettare la linea dall’ecologismo ideologico.