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In attesa dei risultati FY24 e del Fondo Nazionale Strategico, liquidità e performance nicchiano
di Stefano Corneliani, Head of Websim Corporate

Capitalizzazione e Liquidità primario driver delle performance, a marzo ritorno della volatilità. Tra politiche accomodanti delle Banche Centrali e crescenti tensioni geopolitiche, dalla nostra precedente pubblicazione il tono delle Borse è stato trasversalmente positivo, con capitalizzazione e liquidità dirimenti nel guidare le performance dei singoli indici. E l’avvio del 2025 non ha fatto eccezione, con gli indici a più elevata capitalizzazione in crescita a doppia cifra a fronte di indici Mid e Small Cap che hanno seguito a ritmo ridotto e di un FTSE Italia Growth (0,9%) incapace di recuperare il terreno perso negli ultimi due anni. Dati, quelli del FTSE Italia Growth, che sottendono una forte eterogeneità di performance settoriali e relative ai single names. Se dall’inizio dell’anno solo 64 (di 209) titoli hanno registrato una performance positiva, dall’altro spicca la performance registrata dal comparto Utillities, grazie agli straordinari risultati raggiunti da eVISO.
Liquidità rarefatta, nell’attesa che il FNS diventi operativo. I dati relativi agli ultimi sei mesi confermano una sostanziale riduzione del controvalore degli scambi registrati all’EGM. Una tendenza confermatasi anche negli ultimi tre mesi, quando il controvalore degli scambi si è ridotto di oltre il 30% a/a, con scambi medi giornalieri di poco superiori ai €7 milioni. Se, da un lato, è evidente la rarefazione degli scambi, dall’altro gli stessi sono particolarmente concentrati su di un numero sempre più esiguo di società, con i primi 20 titoli in grado di esprimere oltre il 50% degli scambi complessivi e con quasi 120 titoli incapaci di generare un transato medio giornaliero superiore a €25,000. Se l’earning season oramai alle porte dovrebbe consentire, quanto meno nel breve termine, un aumento di interesse e scambi, gli occhi sono puntati al prossimo avvio dell’operatività del Fondo Nazionale Strategico che, con una dotazione iniziale complessiva prossima a €800 milioni, ha tra i propri obiettivi il sostegno all’universo delle PMI, che trova sua massima espressione nel mercato EGM.
Gap valutativo sempre molto significativo, ma per un re-rating servono messaggi forti dalla prossima earning season. Ai correnti prezzi di mercato, l’EGM tratta a 4.5x e 3.6x l’EV/EBITDA 2025 e 2026, rispettivamente a sconto del 52% e del 59% rispetto all’universo di società a più ampia capitalizzazione. Uno sconto che, pur a fronte di eventuali revisioni delle attuali stime di consensus, lascia ben intendere il valore intrinseco di un mercato, l’EGM, penalizzato dal deterioramento del contesto macro e che è oggi alle prese con una marcata rarefazione della liquidità. Aspetto, quest’ultimo, che ci auguriamo possa essere rivitalizzato dall’imminente lancio del FNS, promosso in joint venture da Tesoro e CDP, che mira alla creazione di un ecosistema di investitori votato a supportare società a piccola e media capitalizzazione in un’ottica di lungo periodo. Per quanto il FNS abbia un forte valore segnaletico della volontà politica tesa a supportare le PMI domestiche, crediamo che il vero punto di svolta possa provenire dalla oramai imminente earning season.