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Inflazione: a dicembre segna quota +1,3%, con ricadute di 409,50 euro annui a famiglia

 
Inflazione: a dicembre segna quota +1,3%, con ricadute di 409,50 euro annui a famiglia
Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di dicembre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’itera collettività registra un aumento del +1,3% su base annua. Nel 2024 i prezzi al consumo registrano in media una crescita dell’1,0%, con un netto calo rispetto alla media record del 2023 (che si attestava al +5,7%), dovuto soprattutto alla marcata discesa dei prezzi dei beni energetici.

Con l’inflazione a questi livelli, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +409,50 euro annui.

Una stima su cui pesa la minaccia della nuova crescita dei costi energetici, con i beni regolamentati che segnano un’accelerata da +7,4% a +11,9% e quelli non regolamentati che attenuano sempre più il loro calo.

Sulla base di tali tendenze, che rischiano di spingere ulteriormente al rialzo i prezzi, il nostro Osservatorio ha stimato per il 2025 una stangata di +914,04 euro annui a famiglia.

Stangata che si abbatterà su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni, che hanno determinato modifiche nelle abitudini di consumo e rinunce importanti da parte delle famiglie. In assenza di misure adeguate a contrastare i nuovi aumenti e a sostenere le famiglie, questo andamento non farà altro che accrescere difficoltà, disagio e disuguaglianze.

Per questo è indispensabile che il Governo si decida ad adottare serie e incisive misure, quali:

- la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);

- la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;

- la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);

- lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;

- l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.
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