Un nuovo modello di energia, cooperazione e rinascita prende forma tra le colline dei Monti Azzurri. Martedì 8 aprile, presso il Campus Simonelli Group di Belforte del Chienti, si è tenuto l’incontro pubblico di presentazione della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) dell’Unione Montana dei Monti Azzurri: un progetto già costituito ufficialmente a marzo e destinato a rivoluzionare il modo in cui i territori producono, distribuiscono e condividono energia. Cinque comuni – Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona – hanno unito le forze per avviare una CER che non è solo uno strumento tecnico, ma un vero e proprio motore di cambiamento sociale, economico e ambientale. Grazie ai fondi stanziati nell’ambito del programma “Green Community” e alle opportunità del PNRR, imprese e cittadini potranno accedere a contributi a fondo perduto fino al 40% per installare impianti fotovoltaici. L’apertura dei lavori è stata affidata al presidente dell’Unione Montana, Giampiero Feliciotti, che ha parlato di “un’occasione concreta per affrontare insieme la transizione ecologica”, sottolineando come il progetto voglia anche sostenere le fasce più fragili della popolazione, destinando loro parte delle risorse disponibili.
Ma è stato Paolo Arrigoni (nella foto), presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), a segnare uno dei momenti più significativi dell’incontro, chiarendo il ruolo cruciale delle CER nel panorama energetico italiano. «Il GSE – ha spiegato – è il soggetto gestore a livello nazionale delle comunità energetiche che stanno fiorendo in tutta Italia. Solo nelle Marche sono già numerose, e quella dei Monti Azzurri è un esempio virtuoso». Arrigoni ha illustrato in modo preciso i tre grandi vantaggi che le CER portano con sé: ambientali, perché riducono il ricorso ai combustibili fossili e incentivano le rinnovabili; economici, grazie alle tariffe incentivanti che il GSE distribuisce ai soci della comunità energetica; e soprattutto sociali, poiché contribuiscono a contrastare la povertà energetica, favorire l’inclusione e ridare vita a territori spopolati, soprattutto quelli segnati dal sisma. «Le CER – ha aggiunto – sono uno strumento moderno e flessibile, capace di aggregare cittadini, piccole e medie imprese, enti pubblici. La loro forza è la partecipazione: non si tratta solo di risparmiare, ma di creare valore condiviso, costruendo legami tra persone e istituzioni».
Entusiasmo condiviso anche dal consigliere regionale Pierpaolo Borroni, che ha parlato di «un rilancio concreto delle aree interne, dopo anni di immobilismo», e dal senatore Guido Castelli, Commissario alla ricostruzione post sisma, per cui «la transizione ecologica è parte integrante del processo di rigenerazione sociale: la CER dei Monti Azzurri è una best practice da replicare altrove». A rendere ancora più strategica l’iniziativa è l’estensione della platea dei beneficiari, resa possibile dall’innalzamento della soglia demografica a 5.000 abitanti, e dalla possibilità di integrare anche fonti come l’idroelettrico, ampliando ulteriormente le prospettive di sviluppo.
L’incontro a Belforte del Chienti non è stato solo un momento celebrativo, ma il primo passo concreto verso una nuova cultura dell’energia, fatta di condivisione, innovazione e partecipazione. Un modello che mette al centro i territori e le persone, e che – come ha sottolineato con chiarezza Arrigoni – rappresenta «la strada giusta per costruire un futuro sostenibile, inclusivo e resiliente. Un futuro che, nei Monti Azzurri, è già cominciato».