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Report mensile sulle Mid-Small Cap italiane

di Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte
 
Report mensile sulle Mid-Small Cap italiane
Nell’attuale fase di grande incertezza, la liquidità dovrebbe rimanere un fattore discriminante

• Performance (-). Il mercato azionario italiano (prezzi al 17 aprile 2025) ha registrato una performance negativa del 7,7% nell'ultimo mese, ma rimane in crescita del 4,8% su base annua. Nell'ultimo mese l'indice FTSE Italy Mid-Cap (-6,6%) ha sovraperformato l'indice principale dell'1,1% (-3,4% su base annua relativa), mentre l'indice FTSE Italy Small Caps (-3,4%) ha registrato una performance migliore del 4,3% rispetto al mercato, ma un -6,3% su base annua relativa. Guardando alle mid-small cap in Europa, l'indice MSCI Europe Small Caps è sceso del 6,3% nell'ultimo mese, una performance in linea con quella delle mid cap italiane.

• Stime (-). Dall'inizio del 2025, abbiamo attuato una revisione del -6,9%/-6,9% delle nostre stime sugli EPS 2025/2026; in particolare, nell'ultimo mese, le revisioni delle stime hanno riguardato soprattutto le large cap (-5,0%/-5,3% sugli EPS 2025/2026) e, principalmente, nomi del settore industriale ed energetico. Concentrandoci sulla nostra copertura delle mid-small cap, nell’ultimo mese abbiamo modificato le nostre stime sugli EPS 2025/2026 del -0,9%/-0,6%.

• Valutazioni (=). Se confrontiamo la performance dall'inizio del 2025 con la variazione delle stime per l'esercizio ’25 nello stesso periodo, vediamo che i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating del 12,4% (era 16,3% un mese fa); le mid cap si sono rivalutate del 3,5%, mentre le small cap del 2,1%. Su base P/E, il nostro panel è scambiato con un premio del 21% rispetto alle large cap, leggermente al di sopra del premio medio storico (18%) e in linea con il livello di un mese fa (21%).

• Liquidità (+/-). Osservando l'andamento degli indici ufficiali italiani, notiamo che la liquidità delle large cap nell'ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore del 73,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in aumento del 42,4% su base annua. Il quadro è in miglioramento anche per le mid cap, mentre è più debole per le small cap: in particolare, dall’inizio di gennaio la liquidità è aumentata del 18,5% su base annua per le prime, mentre per le seconde è diminuita del 2,4%.

• Strategia d’investimento. I mercati globali hanno subito una brusca battuta d'arresto all'inizio di aprile a seguito dell'annuncio del Presidente Trump di applicare ingenti dazi doganali contro i principali partner commerciali, con una notevole escalation delle misure contro la Cina e altre nazioni asiatiche. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, si prevede che queste politiche commerciali porteranno a un rallentamento della crescita economica e a un aumento dell'inflazione negli Stati Uniti. Ciononostante, le prospettive rimangono estremamente incerte. Mentre i mercati continuano a speculare sull'entità finale dell'attuazione dei dazi, in attesa di una fase di de-escalation, alcuni settori, come l'elettronica di consumo, hanno già ottenuto esenzioni. Questa pervasiva incertezza sta spingendo gli investitori ad adottare un atteggiamento di avversione al rischio, che sta pesando su settori come i beni di consumo e l'industria e ha un impatto negativo sui titoli meno liquidi. Nonostante la generale volatilità del mercato, riteniamo che le azioni italiane a media capitalizzazione continuino a rappresentare un investimento interessante, anche grazie ad un contesto politico interno relativamente stabile. In questo scenario, iniziative come il Fondo Strategico Nazionale, la cui operatività è prevista entro la fine di aprile, dovrebbero fungere da catalizzatore positivo. Si prevede che il fondo sarà lanciato con una dotazione iniziale di circa 700 milioni/1 miliardo di euro, di cui il 49% proveniente dal Fondo Nazionale di Investimento e il 51% da investitori privati. Ai gestori del fondo sarà concessa piena discrezionalità in materia di allocazione del portafoglio, a condizione che almeno il 70% del capitale sia investito in società quotate al di fuori dell'indice FTSE MIB, escludendo i titoli finanziari.
 
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