Sebbene il consumo di sostanze illecite e alcol sia in calo tra gli studenti europei di 15-16 anni, emergono con preoccupante evidenza nuovi e insidiosi pericoli per la salute degli adolescenti. Sigarette elettroniche, abuso di farmaci, gaming e gioco d'azzardo online sono le nuove frontiere del rischio, con un'attenzione particolare rivolta alle ragazze. È quanto rivela un recente studio coordinato dall'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), pubblicato in collaborazione con l'Agenzia dell'Unione Europea sulle Droghe (EUDA), che si basa su rilevazioni del 2024 in 37 Paesi europei, di cui 25 Stati membri dell'UE.
Allarme adolescenti: crescono i “nuovi rischi” tra sigarette elettroniche, abuso di farmaci e gioco online
Il report evidenzia una tendenza positiva per quanto riguarda il consumo di alcol: la percentuale di giovani tra i 15 e i 16 anni che hanno assunto alcol almeno una volta nella vita è scesa dall'88% del 1995 al 74% del 2024. Anche il "binge drinking" (5 o più drink nella stessa occasione) è diminuito dal 36% al 30% nello stesso arco di tempo. L'Italia, pur registrando un consumo di alcol complessivo superiore alla media europea (80% nell'arco della vita e 42% negli ultimi 30 giorni), mostra livelli inferiori di consumo a rischio (26% per il binge drinking). Anche il fumo tradizionale è in netta flessione: la percentuale di studenti che ha fumato sigarette almeno una volta nella vita è più che dimezzata, passando dal 68% del 1995 al 32% del 2024. L'Italia, nonostante si collochi sopra la media europea, ha registrato una delle diminuzioni più significative, passando dal 55% del 2019 al 39% del 2024. Tuttavia, la preoccupazione si sposta sulle sigarette elettroniche, il cui consumo è aumentato dal 14% al 22%, con una prevalenza maggiore tra le ragazze.
Mentre il consumo di sostanze illecite più consolidate mostra un calo costante (dal 19% del 2015 al 14% del 2024 per un consumo almeno una volta nella vita), crescono le inquietudini per l'uso di farmaci senza prescrizione medica. Circa uno studente sedicenne su otto (14%) ha ammesso di aver consumato una sostanza illecita almeno una volta nella vita, con variazioni significative tra i Paesi. La cannabis rimane la sostanza più diffusa, ma il suo consumo nell'arco della vita è sceso al 12% (da un picco del 18% nel 2003). L'Italia, con il 18%, si posiziona sopra la media europea per il consumo di sostanze illecite, ma registra una diminuzione significativa rispetto alle rilevazioni precedenti (circa 10 punti percentuali in meno rispetto al 27% del 2015 e 2019).
Nel nostro Paese, il 5,2% degli studenti mostra un profilo di consumo di cannabis a rischio dipendenza. A livello europeo, il 3% degli studenti sedicenni ha dichiarato di aver fatto uso di NPS (New Psychoactive Substances), le cosiddette "designer drugs", superando l'uso di amfetamine (1,8%), MDMA (2,1%), cocaina (2,3%) e LSD/allucinogeni (1,8%) prese singolarmente. L'Italia si allinea alla media per le NPS (3,2%) e le amfetamine (1,5%), mentre si situa sotto la media per cocaina (1,7%), LSD/allucinogeni (1,8%) e MDMA (1,3%). Tra i farmaci, tranquillanti e sedativi sono i più utilizzati (8,5%), seguiti dagli antidolorifici (6,9%) e dai farmaci per deficit di attenzione e iperattività (3,4%).
Preoccupa il fronte del mondo digitale, che presenta sfide emergenti. Sebbene i tassi di gioco d'azzardo siano rimasti stabili dal 2015 a livello europeo, l'Italia è tra i pochi Paesi dove si è osservato un aumento costante nel gioco d'azzardo online, passando dal 28% del 2015 al 32% del 2019, fino a raggiungere quasi la metà (45%) della popolazione studentesca sedicenne nel 2024. Contemporaneamente, il gaming è in forte crescita, in particolare tra le ragazze. Ben l'80% degli studenti ha dichiarato di giocare ai videogiochi nel 2024 (un aumento significativo rispetto al 47% del 2015), con una stima del 22% di studenti che presenta un uso problematico. L'uso dei social media è anch'esso una fonte di preoccupazione: quasi la metà degli studenti (47%) ne fa un uso problematico (rispetto al 38% del 2015), con livelli più elevati riscontrati tra le ragazze.