Sandra, 91 anni, bastone in mano, dignità inossidabile e qualche contusione qua e là. Travolta da un’auto mentre camminava lungo una strada di Alatri, provincia di Frosinone. Fin qui, purtroppo, una scena quasi quotidiana in un Paese dove l’anzianità è più una sfida che un traguardo. Ma Sandra non è solo la vittima dell’inciviltà stradale. No.
E' anche la trasgreditrice. La peccatrice. La fuorilegge.
L’Italia che punisce la fragilità con inflessibilità svizzera (ma senza i marciapiedi svizzeri)
Perché, attenzione attenzione, camminava lungo il marciapiede, e non sopra, come prescrive il Vangelo secondo Codice della Strada. La sanzione, inflessibile e puntuale, non si è fatta attendere: 40 euro di multa per non aver levitato fino al marciapiede di venti centimetri, privo di scivoli, accessibile giusto ai campioni olimpici di salto in alto o ai droni.
I vigili urbani, con l’occhio clinico e la solerzia di Sherlock Holmes (ma senza la pipa), hanno passato al vaglio i filmati di sorveglianza e hanno stabilito che, sì, la signora ha camminato lì dove l’asfalto la conduceva, in spregio alla geometria urbana. Ed ecco il verbale: nero su bianco, con tutto il peso del diritto.
Un infortunio? Sì. Ma anche un’infrazione. E che sarà mai: la legge è legge, anche se ha perso il senso del ridicolo.
E così in un Paese dove i marciapiedi si trasformano in giungle verticali, interrotti da pali della luce, parcheggi creativi e voragini archeologiche, stupisce sempre che l’unico aspetto perfettamente funzionante sia l’applicazione delle multe. Ma soltanto con i deboli, si capisce. Perché se a violare il codice fosse stato un SUV in seconda o terza fila, probabilmente si sarebbe mimetizzato con l’arredo urbano.
Ma la signora Sandra no: troppo visibile nella sua lentezza, troppo umana nella sua vulnerabilità. Col risultato che nel teatro tragicomico che è oramai il nostro vivere civile, si consuma l’ennesimo atto grottesco: l’Italia che non sa proteggere i suoi anziani, sa benissimo multarli. Con l’efficienza tipica di chi non riesce a costruire uno scivolo, ma riesce a stampare una contravvenzione. Un Paese che lancia piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche e poi sanziona chi, quelle barriere, cerca semplicemente di oltrepassarle.
E sopravvivere. A piedi, lentamente, aggrappandosi a un bastone e alla pazienza.
Perché qui, diciamolo, la colpa non è dell’infrastruttura che discrimina, ma del corpo che invecchia. Se non voli, se non scavalchi, se non sfidi la forza di gravità sei fuori legge. La legge dell’urbanistica che non conosce pietà, né gradini a misura d’uomo. E a nulla vale la spiegazione della signora: ''I marciapiedi sono troppo alti''.
Perché la burocrazia italiana è un organismo che non possiede padiglioni auricolari. Non ascolta. Non distingue un anziano da un paracarro. La norma è norma. Se dice che devi camminare sopra, tu ci sali. Punto. E se non ci riesci? Sono fatti tuoi.
C’è un codice da onorare, mica da capire. Sui social, qualche anima ancora provvista di empatia – come Tarcisio Tarquini, del movimento civico ''Alatri in Comune'' – ha osato il sacrilegio: usare il buon senso (AAA cercasi, cantava Carmen Consoli). "Incredibile", scrive Tarquini. E come dargli torto? Perché la vera infrazione è quella di un sistema che punisce chi ha bisogno, anziché chiedersi perché quel bisogno esiste. Che ignora la mappatura delle barriere architettoniche, ma ha sempre un blocchetto di multe pronto per chi inciampa nei suoi effetti.
E allora proviamo a tirare le somme: 91 anni di vita, una scampata tragedia, un Paese che si arrampica sugli specchi burocratici, ma non sa abbassare un marciapiede di dieci centimetri. Un Paese dove la fragilità è un ostacolo, e non un’urgenza. Dove la dignità degli anziani viene archiviata in favore della coerenza normativa. Dove ci si preoccupa del dove cammini, ma non come… ma che Paese è?
Ci si potrebbe ridere sopra, se non ci fosse da piangere.
Perché questa storia è l’allegoria perfetta dell’Italia che inciampa su se stessa: inflessibile con gli inermi, permissiva con i potenti, sempre pronta a punire chi è già stato punito dalla vita. È l’Italia che non costruisce soluzioni, ma verbali. Che non toglie gli ostacoli, ma li codifica. E mentre Sandra, probabilmente, cerca ancora di capire se il marciapiede sia troppo alto o lei troppo bassa, noi ci chiediamo: chi, davvero, sta infrangendo le regole della civiltà?