Economia

Borse: il primo forte rallentamento di Wall Street dopo le presidenziali condiziona i mercati asiatici

Redazione
 
Borse: il primo forte rallentamento di Wall Street dopo le presidenziali condiziona i mercati asiatici
Venerdì Wall Street ha registrato la peggiore giornata da quelle seguite alle presidenziali, contraddistinte da una accentuata euforia. Tutti i maggiori indici statunitensi hanno chiuso in terreno negativo, a conferma che il mercato ha bisogno di stabilizzarsi. Di questa situazione hanno risentito o mercati asiatici che hanno aperto la settimana di contrattazioni in modo contrastato. evidente srLe azioni hanno iniziato la settimana in modo contrastante in Asia, dopo che le azioni statunitensi hanno registrato la peggiore perdita dal giorno delle elezioni.

Il principale indice di Tokyo, il Nikkei 225, ha chiuso perdendo l'1% a 38.255,65, Una contrazione che per gli analisti è stata determinata dalle politiche monetarie annunciate dal governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, che ha ipotizzato nuoti aumenti dei tassi di interesse, sempre sempre che le condizioni lo consentiranno.
Delle dichiarazioni di Ueda ha beneficiato lo yen che si è rafforzato rispetto al dollaro, passando da 154,54 di venerdì a 154,46 di oggi.

L'indice di riferimento della Corea del Sud, il Kospi, ha preso il volo mettendo a segno un + 2% a 465,60, grazie anche alla performance (+6%) del titolo di Samsung Electronics, la più grande azienda del Paese, che ha annunciato un massiccio piano di riacquisto di azioni.
Bene i mercati cinesi: l'Hang Seng di Hong Kong che ha aggiunto l'1,2% a 19.655,58; lo Shanghai Composite ha guadagnato l'1,2% a 3.372,18. Mentre l'australiano S & P/ASX 200 australiano è salito dello 0,1%, a 8.295,40 e il SET di Bangkok dello 0,6%, il Taiex di Taiwan ha perso lo 0,8%
.
Gli indici statunitensi venerdì hanno chiuso in terreno negativo: l'S & P 500 è sceso dell'1,3% a 5.870,62; il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,7% a 43.444,99; il Nasdaq Composite ha lasciato il 2,2% a 18.680,12.
Tra i titoli significativo il crollo delle azioni dei produttori di vaccini, dopo che il futuro presidente Donald Trump ha indicato, come futuro segretario di Stato alla Salute Robert F. Kennedy jr, notoriamente no-vax. Moderna è crollata del 7,3% e Pfizer è scesa del 4,7%.

Male anche le azioni delle aziende biotech.
In altre contrattazioni di lunedì mattina, il greggio di riferimento statunitense ha aggiunto 17 centesimi a 67,19 dollari al barile nelle contrattazioni elettroniche sul New York Mercantile Exchange. Il Brent è salito di 29 centesimi a 71,33 dollari al barile.
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