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Cina: dal calo dei prezzi al consumo nuovi segnali negativi per l'economia

Redazione
 
Cina: dal calo dei prezzi al consumo nuovi segnali negativi per l'economia

Un ulteriori segnale di una economia cinese che, nonostante le misure adottate dal governo, stenta a riprendersi arriva oggi con la notizia che i prezzi al consumo si sono contratti per il secondo mese consecutivo, mentre la deflazione dei prezzi alla produzione si è ulteriormente consolidata. Tutto questo accade mentre gli esportatori cinesi si preparano a subire ulteriori sofferenze a causa dell’escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Secondo i dati pubblicati oggi dall’Ufficio nazionale di statistica , l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,1% su base annua a marzo , rimanendo in territorio deflazionistico dopo la contrazione dello 0,7% registrata a febbraio.
I prezzi alla produzione sono diminuiti per il 29° mese consecutivo, scendendo del 2,5% a marzo rispetto all’anno precedente e segnando la contrazione maggiore da novembre 2024.
L’inflazione di fondo, che esclude i prezzi di cibo e carburante a causa della loro volatilità, è aumentata dello 0,5%, rimbalzando dopo un calo dello 0,1% a febbraio, sebbene sia ancora inferiore alla crescita dello 0,6% di gennaio.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha aumentato i dazi sulle importazioni cinesi dal 104% al 125 % durante la notte. Poche ore prima, la Cina aveva reagito imponendo agli Stati Uniti un dazio dell′84% mercoledì.
Dopo la pubblicazione dei dati, lo yuan onshore si è attestato vicino ai minimi pluridecennali a 7,3469 per dollaro, dopo aver toccato il livello più basso dal 2007 all’inizio della sessione. Lo yuan offshore si è indebolito dello 0,23%, attestandosi a 7,3611 per dollaro.
L’indice CSI 300 della Cina continentale è salito dell′1,6%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong è balzato del 3,9%, in un contesto di più ampia ripresa dei mercati asiatici.
A marzo, il premier cinese Li Qiang aveva presentato un rapporto annuale sull’attività del governo , indicando la rilancio dei consumi come obiettivo principale per l’anno a venire, con il Paese che si era prefissato un ambizioso obiettivo di crescita ''intorno al 5%''.
È la prima volta in un decennio che Pechino dà ai consumi una priorità così elevata.
Nel tentativo di stimolare i consumi interni, a marzo i politici cinesi hanno raddoppiato i sussidi per un programma di permuta di beni di consumo, portandoli a 300 miliardi di yuan (41,47 miliardi di dollari) quest’anno. I sussidi copriranno circa il 15-20% del prezzo di acquisto di prodotti selezionati, tra cui smartphone di fascia media ed elettrodomestici.
Si tratta di un’espansione rispetto al programma da 150 miliardi di yuan annunciato l’anno scorso in estate, destinato a una gamma più ristretta di prodotti.
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