Economia

Dazi: i grandi rivenditori americani chiedono una pausa nelle spedizioni di merci dall'India

Redazione
 
Dazi: i grandi rivenditori americani chiedono una pausa nelle spedizioni di merci dall'India

I grandi rivenditori statunitensi, come Walmart, Amazon, Target e Gap, hanno chiesto una pausa nelle spedizioni agli esportatori indiani, principalmente nel settore tessile, di fronte all'imposizione di dazi fino al 50% da parte di Washington. Secondo il canale finanziario NDTV Profit, gli acquirenti si rifiutano di sostenere l'aumento dei costi, che includono una tariffa del 25% entrata in vigore ieri e la minaccia di imporre un ulteriore 25% alla fine di questo mese, che minaccia un drastico calo delle esportazioni e perdite di milioni.

Dazi: i grandi rivenditori americani chiedono una pausa nelle spedizioni di merci dall'India

La decisione dei giganti della vendita al dettaglio è stata comunicata attraverso e-mail e lettere inviate ai loro fornitori in India, in cui chiedono di interrompere le spedizioni di abbigliamento e tessuti "fino a nuovo avviso", hanno detto gli esportatori ai media locali.

Il presidente dell'Associazione degli esportatori di Tiruppur (TEA), A. Sakthivel, ha confermato ai media la decisione dei suoi membri di sospendere la produzione destinata al mercato statunitense, ''fino a quando non ci sarà chiarezza". Questa reazione è in linea con la dichiarazione della Confederazione dell'industria tessile indiana (CITI), che ieri ha definito la tariffa una "enorme battuta d'arresto" che "indebolirà significativamente" la capacità dell'industria di competere.

L'India è il quarto esportatore di abbigliamento negli Stati Uniti, con una quota di mercato di circa il 6%. Sebbene questa cifra sia cresciuta negli ultimi anni, è ancora in ritardo rispetto ai suoi principali concorrenti asiatici: la Cina, che domina con il 21%, e il Vietnam, con il 19%.

Con la nuova tariffa del 50%, l'India si trova in una posizione di grande svantaggio rispetto a questi Paesi, che devono affrontare tassi compresi tra il 20% e il 30%.
Sebbene la giustificazione ufficiale degli Stati Uniti per l'imposizione si concentri sull'acquisto di petrolio russo da parte dell'India, a Nuova Delhi la misura è interpretata come una tattica di pressione per sbloccare l'accordo commerciale bilaterale in stallo.

I principali punti critici sono le "linee rosse" dell'India, come il rifiuto di aprire il suo mercato ai prodotti agricoli e lattiero-caseari statunitensi per proteggere i suoi milioni di agricoltori.

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