L'amministratore delegato di Renault, Luca de Meo, lascerà la casa automobilistica francese per intraprendere un diverso percorso professionale che, a detta di qualcuno (la notizia è stata data dal quotidiano francese Le Figaro), potrebbe portarlo al vertice di Kering.
De Meo lascia la guida di Renault: forse un futuro alla guida di Kering
Nei cinque anni alla guida di Renault, de Meo ha traghettato il produttore francese fuori dalle difficoltà, con decisioni anche inattese (come quelle nel rapporto con la giapponese Nissan) e puntando sui ''nuovi'' motori, ibridi e totalmente elettrici.
Secondo Le Figaro, de Meo prenderà il posto, alla guida di Kering, dell'attuale CEO, Francois-Henri Pinault, la cui famiglia controlla il conglomerato del lusso fortemente indebitato. Su questa indiscrezione, Kering non ha ritenuto di dovere fare commenti.
Renault, in un comunicato, ha reso nota la decisione di de Meo di ''dimettersi per affrontare nuove sfide al di fuori del settore automobilistico", annunciando che il manager lascerà il suo attuale incarico a metà luglio.
Se effettivamente de Meo passasse a Kering, sarebbe la ulteriore conferma dello scetticismo degli investitori in merito al rilancio del conglomerato del lusso, annunciando radicali mutamenti all'interno del gruppo che ha, nel suo portafoglio, marchi prestigiosi come Yves Saint Laurent e Balenciaga.
A conferma delle difficoltà di Kering il fatto che le azioni hanno perso oltre il 60% del loro valore negli ultimi due anni. L'inaspettata partenza di De Meo segna la seconda uscita di un dirigente di alto livello da una casa automobilistica europea in sei mesi, dopo le dimissioni di Carlos Tavares da Stellantis, in un momento in cui il settore in Europa sta vacillando a causa dei dazi commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e della forte concorrenza dei rivali cinesi.
De Meo è entrato in Renault, proveniente dalla Volkswagen, nel 2020, un anno in cui la casa automobilistica francese aveva registrato perdite record a seguito del colpo alle vendite causato dalla pandemia.
Negli anni successivi, De Meo ha avviato drastici piani di contrazione dei costi, con tagli all'organico e alla produzione, rendendo l'azienda, ma più piccola ma più agile.