Politica

Dossier taroccati contro la sindaca di Genova: la politica si fa commedia

Redazione
 
Dossier taroccati contro la sindaca di Genova: la politica si fa commedia

Ci sono dei limiti che, nella vita di tutti i giorni, e quindi anche in politica, non dovrebbero essere superati. Pia illusione, lo sappiamo bene, ma è una forma di training autogeno, nella speranza che ripetere all'infinito un concetto lo faccia assurgere a regola di comportamento.

Dossier taroccati contro la sindaca di Genova: la politica si fa commedia

La Storia, purtroppo, ci insegna che non è affatto così e quindi, alla dicotomia ''in amore come in guerra" si deve aggiungere la politica, dove i colpi bassi sono ormai la prassi.
L'ultimo esempio arriva da Genova e riguarda Silvia Salis, eletta sindaca della città con più del 51% dei consensi.

Quando ci si stava avvicinando alla scadenza elettorale e i sondaggi - oppure le sensazioni, che poi è la stessa cosa - davano per favorita Salis (sostenuta dalle opposizioni di centrosinistra) ecco che un quotidiano diciamo di area avversa ha tirato fuori una storia vecchia di qualche mese. Un incidente stradale, nemmeno dagli esiti gravi, in cui Salis fu coinvolta (urtò, alla guida della sua automobile, un pedone).
Un incidente come tanti altri, dei quali ogni città è teatro quotidianamente e che interessano al massimo, oltre ai diretti interessati, solo vigili urbani, assicuratori, carrozzieri ed eventualmente ortopedici.

Ma che, per le imperscrutabili vie della manipolazione giornalistica, è stato fatto assurgere a qualcosa di molto grave, come se Silvia Salis si fosse comportata come un pirata della strada, perché si è scritto di una guidatrice spericolata, al punto da passare col rosso e investire un innocente passante.

E invece quell'incidente non fu come è stato descritto dal quotidiano alla vigilia delle elezioni, perché non fu Salis a ignorare il rosso, ma il pedone, tanto che alla oggi sindaca non fu nemmeno elevata una contravvenzione e men che meno sottratti punti dalla patente (anche questo elemento non corrispondente alla verità).

Il cuore di questa storia è che al quotidiano che ha scritto sono arrivate informazioni non dal classico umarell testimone dell'incidente, ma dal ''palazzo''.
Proprio Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, nella persona dell'allora assessore alla Sicurezza Sergio Gambino, di Forza Italia, che, guardando ai sondaggi e sentendo la sua poltrona traballare, avrebbe preso spunto dall'incidente per lanciarsi contro la candidatura di Salis, chiedendo ai suoi concittadini come potessero mai scegliere per capeggiare il Comune una persona che non sapeva nemmeno guidare un'automobile.

Una affermazione di per sé risibile, ma che, dice ora la procura della Repubblica di Genova, ha assunto un risvolto penalmente rilevante, configurando l'accusa di un dossieraggio peraltro con una mistificazione della realtà.

Silvia Salis ora dice che contro di lei è stata scatenata una vera e propria campagna di delegittimazione e spiega: ''Sono stata seguita, sono stati intervistati i negozianti del quartiere in cui vivo, i condomini del palazzo in cui ho un box''.

Un metodo caro ad un certo modo di fare giornalismo che in Italia ha avuto veri e propri fuoriclasse della "dezinformatzija", tanto cara alla Russia/Unione Sovietica.
Ma, siccome non sempre i guai marciano da soli, Gambino è finito in un'altra inchiesta, insieme ad una quindicina di appartenenti al corpo della Polizia Municipale, per corruzione, favoritismi e rivelazioni di segreti d’ufficio. Con Gambino che, secondo la procura, si sarebbe mosso in un'ottica di ''asservimento delle proprie funzioni'' a favore di alcuni imprenditori.

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