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Efficienza energetica, arriva la bozza del nuovo Decreto Certificati Bianchi 2025

Redazione
 
Efficienza energetica, arriva la bozza del nuovo Decreto Certificati Bianchi 2025

Una nuova pagina si apre per l’efficienza energetica italiana con la pubblicazione della bozza del Decreto Certificati Bianchi 2025, una riforma attesa da tempo che mira a rilanciare e razionalizzare il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE), aggiornandolo al periodo 2025-2030. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha infatti predisposto uno schema articolato in 21 articoli, due allegati e una tabella, accogliendo molte delle proposte già avanzate in consultazione pubblica lo scorso novembre. L’obiettivo è quello di superare alcune delle criticità strutturali che hanno frenato il pieno funzionamento del sistema, rendendo più agile, trasparente e attrattivo lo strumento dei Certificati Bianchi, da sempre centrale nelle politiche nazionali di risparmio energetico.

Efficienza energetica, arriva la bozza del nuovo Decreto Certificati Bianchi 2025

Tra le novità più rilevanti vi è, anzitutto, la definizione degli obiettivi quantitativi di risparmio energetico, finalmente armonizzati con le nuove direttive del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2024). La tabella di marcia è chiara: nel comparto dell’energia elettrica si partirà da 0,8556 milioni di certificati nel 2025, per arrivare a 1,7918 milioni nel 2030. Per il gas naturale, invece, si prevede un incremento dai 0,5244 milioni del 2025 fino agli 1,0982 milioni nel 2030.

Parallelamente, il decreto stabilisce anche gli obblighi progressivi a carico dei soggetti obbligati – ovvero le imprese che devono dimostrare di contribuire ai risparmi – con quote crescenti che andranno dal 40% nel primo anno fino all’80% nel 2029. Un meccanismo che punta a rendere più equo e graduale il percorso verso l’efficienza. Ma la vera svolta riguarda la flessibilità operativa concessa ai proponenti. Il nuovo testo introduce infatti la possibilità di presentare progetti che aggregano più interventi, anche se riconducibili a soggetti titolari diversi, a patto che siano omogenei nella tipologia e che il risparmio complessivo stimato non superi i 50 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio). In questo caso, il riconoscimento dei certificati sarà diretto al proponente unico, mentre la responsabilità sarà condivisa tra tutti i soggetti coinvolti.

Una semplificazione significativa è prevista anche per i piccoli progetti. Per gli interventi singoli, che non abbiano evidenziato variazioni significative nelle prime tre richieste di certificazione e che abbiano prodotto un risparmio annuo inferiore ai 250 TEP, sarà possibile accedere a una modalità semplificata di riconoscimento.

Il risparmio addizionale sarà calcolato sulla media dei risultati ottenuti nelle prime verifiche, riducendo la complessità burocratica e incentivando la partecipazione anche dei soggetti meno strutturati. Per accompagnare queste innovazioni, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) giocherà un ruolo ancora più attivo. Il decreto prevede infatti un servizio di assistenza specifica per i proponenti, con strumenti per la simulazione preventiva dei progetti, chiarimenti procedurali e tecnici, nonché la realizzazione di una banca dati delle buone pratiche e dei progetti approvati. Un sistema di supporto pensato per offrire trasparenza e concretezza a chi intende investire nell’efficienza.

Il nuovo decreto aggiorna anche la platea degli interventi ammissibili, ampliando l’elenco per incentivare una maggiore varietà progettuale. Tra le novità figurano l’allungamento della vita utile per sistemi di free-cooling, motori elettrici e reti idriche efficientate, ma anche l’ingresso – per la prima volta – degli impianti solari termici, degli interventi sulle serre e dei sistemi per il recupero di calore. Tutti settori che, fino a oggi, avevano faticato a trovare spazio all’interno del meccanismo incentivante.

Non mancano infine nuove aperture alle misure comportamentali, sempre più centrali nelle strategie di sostenibilità aziendale. Il decreto riconosce ora anche interventi come la variazione del processo produttivo per ottenere prodotti analoghi a minor impatto energetico, l’impiego di risorse più efficienti e l’elettrificazione dei consumi tramite energia da fonti rinnovabili.

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