Economia

La fine dello sciopero non ferma i licenziamenti alla Boeing

Redazione
 
La fine dello sciopero non ferma i licenziamenti alla Boeing
La firma del nuovo contratto e la fine del lungo sciopero, che ha quasi completamente paralizzato la produzione, non hanno fermato i piani di Boeing per ridurre i costi. La società costruttrice di aerei ha ha consegnato avvisi di licenziamento a più di 400 dipendenti del settore aerospaziale, nell'ambito delle migliaia di tagli pianificati mentre l'azienda lotta per riprendersi dai problemi finanziari e normativi.
I provvedimenti scatteranno a gennaio.

In ottobre Boeing aveva annunciato piani per tagliare il 10% della sua forza lavoro, circa 17.000 posti di lavoro, nei mesi successivi. Il CEO Kelly Ortberg ha detto ai dipendenti che l'azienda deve "resettare i livelli della sua forza lavoro per allinearli alla nostra realtà finanziaria".

Dei 438 licenziamenti, 218 riguardano ingegneri e scienziati. Gli altri sono membri dell'unità tecnica, che comprende analisti, pianificatori, tecnici e artigiani qualificati.
I dipendenti in uscita riceveranno i cosiddetti servizi di transizione di carriera e sussidi sanitari per un massimo di tre mesi, oltre a una buonuscita, in genere circa una settimana di paga per ogni anno di servizio.

Boeing, che ha sede in Virginia, è in difficoltà finanziarie e normative da quando a gennaio un suo aereo della Alaska Airlines perse in volo un pannello. I tassi di produzione sono rallentati fortemente e la Federal Aviation Administration ha limitato la produzione del 737 MAX a 38 aerei al mese, una soglia che Boeing deve ancora raggiungere.
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