Economia

Goldman Sachs: "Se la produzione di petrolio iraniana calasse, i prezzi salirebbero di 20 dollari al barile"

Redazione
 
Goldman Sachs: 'Se la produzione di petrolio iraniana calasse, i prezzi salirebbero di 20 dollari al barile'
Se la produzione iraniana subisse un calo, i prezzi del petrolio potrebbero aumentare di 20 dollari al barile. E' questa la previsione di Goldman Sachs, dopo che le tensioni per la situazione in Medio Oriente e l'attacco iraniano verso Israele ha fatto salire le preoccupazioni. Giovedì, a conferma di ciò, i future sul greggio statunitense sono saliti di circa il 5%. Secondo Dean Struyven, co-responsabile della ricerca sulle materie prime globali di Goldman Sachs, ''se si verificasse un calo sostenuto di un milione di barili al giorno nella produzione iraniana, si assisterebbe a un picco di aumento dei prezzi del petrolio l’anno prossimo, di circa 20 dollari al barile''.

Goldman Sachs: "Se la produzione di petrolio iraniana calasse, i prezzi salirebbero di 20 dollari al barile"

Sempre che l'OPEC+ (l'organizzazione dei produttori nel formato più ampio) decida di non rispondere al calo iraniano aumentando la sua produzione. Ma, anche se l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dovessero compensare parte delle perdite di produzione legata alla situazione in Iran, i mercati del petrolio potrebbero registrare un incremento minore, di poco inferiore a 10 dollari al barile, ha aggiunto.
Dall’inizio del conflitto armato tra Israele e Hamas, il 7 ottobre dell’anno scorso, si sono verificate solo limitate perturbazioni nel mercato del petrolio, con i prezzi rimasti sotto pressione a causa dell’aumento della produzione da parte degli Stati Uniti e della debole domanda da parte della Cina.

Ma l'attacco missilistico di Teheran verso Israele sta facendo lievitare le tensioni nella regione.
L’Iran produce quasi quattro milioni di barili di petrolio al giorno e si stima che il 4% della fornitura mondiale potrebbe essere a rischio se l’infrastruttura petrolifera iraniana diventasse un obiettivo per Israele, dato che quest’ultimo sta considerando una contromossa.

Se Israele colpisse l’industria petrolifera iraniana, le interruzioni dell’approvvigionamento nello Stretto di Hormuz potrebbero diventare motivo di preoccupazione, hanno ribadito altri analisti.
L’Iran ha già minacciato di interrompere i flussi attraverso lo Stretto di Hormuz (dal quale passa circa un quinto della produzione petrolifera mondiale) se il suo settore petrolifero fosse stato colpito.
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