Esteri

La Banca centrale dell'India taglia il tasso per i timori di una crescita lenta

Redazione
 
La Banca centrale dell'India taglia il tasso per i timori di una crescita lenta

La banca centrale indiana ha tagliato oggi il tasso di riferimento di 25 punti base, al 6%, cioè il livello più basso da settembre 2022. La decisione giunge in un momento in cui crescono i timori di un rallentamento dell'economia.

La Banca centrale dell'India taglia il tasso per i timori di una crescita lenta

L'ampiezza della misura ricalca le previsioni degli analisti. Il taglio arriva nelle stesse ore in cui sono entrati in vigore i tassi dazi reciproci degli Stati Uniti, con un’imposta del 26% sulle merci provenienti dall’India.
Nella sua dichiarazione di politica monetaria, l'istituto centrale indiano ha sottolineato che i dazi hanno aumentato le incertezze che offuscano le prospettive economiche in tutte le regioni, creando nuovi ostacoli per la crescita e l’inflazione globali.

La mossa della Reserve Bank of India avviene in un periodo in cui l’inflazione è in calo, ma anche in cui l’economia è in rallentamento.
La Banca Centrale Indiana ha spiegato che il taglio dei tassi è dovuto a un “deciso miglioramento” delle prospettive di inflazione, aggiungendo che vi è una maggiore fiducia che l’inflazione si allineerà al suo obiettivo del 4% nei prossimi 12 mesi.

Nel comunicato, la Banca afferma anche che ''d'altra parte, ostacolata da un contesto globale difficile, la crescita è ancora in ripresa dopo una performance deludente nel primo semestre del 2024-25” (il primo semestre fiscale della banca va da aprile a settembre 2024).

Il PIL dell’India è cresciuto del 6,2%, un dato inferiore alle attese, nel quarto trimestre del 2024, e si stima che l’economia del Paese crescerà del 6,5% nell’anno finanziario fino a marzo 2025, in netto rallentamento rispetto al 9,2% dell’anno precedente.

Secondo gli analisti di HSBC, i nuovi dazi ridurrebbero direttamente di 0,5 punti percentuali la crescita annuale dell’India per l’anno finanziario che si concluderà a marzo 2026, aggiungendo che potrebbero esserci impatti indiretti e di secondo ordine dovuti a fattori quali volumi di esportazione più lenti e flussi di investimenti diretti esteri più deboli.

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