Il mondo accademico israeliano si trova al centro di una profonda crisi morale e politica, mentre il conflitto a Gaza continua a mietere vittime e a suscitare proteste globali. Mercoledì scorso, riferisce Le Monde, Avital Davidovich-Eshed, docente di filosofia ebraica, ha preso la parola davanti all'Università di Tel Aviv, dichiarando: “Ci sono persone innocenti a Gaza, ne sono certa. So anche che tutti i bambini del mondo, compresi quelli nati a Gaza, sono innocenti e meritano tutti di vivere ed essere al sicuro”.
Medio Oriente: accademici israeliani contro la guerra a Gaza
Parole che fanno eco ad una crescente ondata di dissenso all'interno delle università israeliane. Oltre 1.300 accademici hanno firmato la lettera "Black Flag: An Urgent Call to the Heads of Academia in Israel", un appello urgente ai vertici del sistema accademico israeliano per mobilitarsi contro la guerra a Gaza.
Tra i promotori vi sono membri di Combatants for Peace, un'organizzazione fondata da ex-combattenti israeliani e palestinesi impegnati nella co-resistenza nonviolenta contro l'occupazione. Posizioni, queste, non gradite a molte istituzioni accademiche israeliane, che hanno adottato misure disciplinari contro docenti e studenti che hanno manifestato solidarietà con Gaza.
Ad esempio, il Kaye Academic College of Education ha licenziato la professoressa Warda Sada per post sui social media che criticavano la condotta militare israeliana.
Allo stesso modo, l'Achva Academic College ha licenziato il professore Uri Horesh per aver condiviso un post su Facebook con la frase "Free the Gaza ghetto". Ostilità che si estende anche agli studenti. L'Università di Haifa ha sospeso diversi studenti per contenuti sui social media ritenuti solidali con Gaza. Parallelamente, le università israeliane affrontano un crescente isolamento internazionale.
Secondo il Times of Israel, i boicottaggi accademici contro Israele sono aumentati del 66% nell'ultimo anno. Istituzioni come l'Università di Ghent in Belgio e l'Università di Barcellona hanno interrotto
le collaborazioni con università israeliane, citando preoccupazioni per i diritti umani.
In risposta, il Consiglio dei Rettori delle Università Israeliane ha istituito una task force per contrastare i boicottaggi e ha denunciato una "campagna di delegittimazione" contro l'accademia israeliana. Tuttavia, molti accademici temono che la combinazione di repressione interna e isolamento esterno possa compromettere la libertà accademica e l'integrità delle istituzioni educative in Israele.