Tutto scontato: il via libera del Cipess alla realizzazione dell'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, con un ponte a campata unica (celebrato, con squilli di trombe e fuochi d'artificio, sebbene virtuali, come il più lungo al mondo) , è stato magnificato da Matteo Salvini in modo "leggermente" trionfalistico, facendo dell'opera una sua creatura, e dandole una tempistica che appare leggermente, ma solo un pochino, ottimistica.
E Ponte sia. Ma quando? I toni trionfalistici di Salvini cozzano contro i tanti "no" all'opera
Perché, quando ha detto che i cantieri potrebbero aprire tra settembre ed ottobre, è sembrato cadere in una dimensione fideisticamente entusiasta, che non tiene però conto che, contro l'opera e la sua stessa filosofia, si sono schierati parti importanti della società civile, delle organizzazioni a tutela dell'ambiente e degli animali, della politica, che parlano di sfregio alla natura e di avere calpestare il volere della gente, forse non tutta, ma di certo della stragrande maggioranza.
Ma lui, il vicepremier leghista e Ministro delle Infrastrutture, sembra essere impermeabile alle critiche, quasi avesse sostituito al tradizionale abito blu, un rivestimento di teflon.
Le stesse tabelle di marcia, indicate da Salvini, sembrano non tenere affatto conto dell'opposizione al Ponte che si tradurrà in una raffica di ricorsi che, come insegna la storia della nostra giustizia, se bene articolati e dettagliati, rischiano di dilatare il tempo rispetto a quello previsto dal ministro.
Non considerando che queste opposizioni, se disattese in patria, potrebbe cercare ospitalità negli organismi di giustizia comunitari, meno inclini a concedere credito agli squilli di tromba della politica nostrana, come recenti vicende insegnano.
Anzi ora, con l'ok del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e la programmazione economica, espressione del Governo e che, quindi, ben difficilmente, si sarebbe messo per traverso davanti all'opera), coloro che ritengono di essere abilitati a farlo, presenteranno ricorsi, davanti alle giurisdizioni competenti, potendo riferirsi non più a parole a ruota libera, ma ad un atto deliberativo in piena regola, con numeri, tabelle, grafici, che, per loro natura, non possono cedere all'entusiasmo, pure essendo anch'essi interpretabili.
E' interessante citare una delle voci dissenzienti, quella dell'associazione cittadina siciliana "Invece del ponte"- 'Non c’è alcun via libera definitivo al Ponte sullo Stretto. Al contrario di quanto affermano Salvini e i suoi megafoni locali, non si dà il via a nessun cantiere, né inizieranno i lavori. Si tratta, piuttosto, dell’inizio di un percorso tutto in salita per chi ha trasformato un progetto fallimentare in una bandiera propagandistica. E soprattutto, si aprirà finalmente il fronte dei ricorsi legali, in tutte le sedi nazionali ed europee".
E si sa che, quando contro un'opera si presentano ricorsi, spesso i lavori vengono sospesi in attesa di un pronunciamento che, essendo questa materia di diritto civile, rischia di arrivare non domani e manco dopodomani. Certo, ben difficilmente, entro l'autunno, quando, secondo Salvini, che già pregusta una bella foto, con in testa un caschetto bianco, mentre brandisce un piccone o mostra come si usa una cazzuola oppure tornando a torneggiare sulle sue amate ruspe.
on considerando che, oltre ad associazioni "et similia", faranno sentire la loro voce anche i soggetti che saranno destinatari di decreti di esproprio, perché le loro proprietà sono interessate dall'opera, più o meno direttamente.
Salvini ha detto che per gli espropri ci saranno indennizzi "abbondanti", superiori a quelli erogati per l'Alva velocità, che potrebbero essere anche soddisfacenti se si parla di terreni, ma se riguardano case, che significano ricordi ed affetti, quale sarà la somma prevista, capace di cancellare il trascorso di una vita?
Comunque, sul Ponte il Governo sta scommettendo più di quattordici miliardi di euro, mica poco, per un'opera di cui, se si celebrano i benefici (come il risparmio di tempo per l'attraversamento per i treni, che da 120/180 minuti scenderà a 15), si deve anche considerare che è, di per sé, una sfida tecnologica e strutturale in una zona in cui il rischio sismico è altissimo e le particolari condizione atmosferiche sono da sole un fattore da sottovalutare.
Che poi Salvini abbia infiocchettato il Ponte inserendolo in un sistema di trasporto locale, una metropolitana, sembra una piccola forzatura, presupponendo che il traffico di pendolari tra le due sponte abbia numeri altissimi, peraltro peraltro alimentati da studenti e lavoratori, come sanno benissimo a Messina e Villa San Giovanni, i due punti di attracco delle navi per attraversano lo Stretto, con tempi intorno ai 20/25 minuti, garantiti dal gruppo privato Caronte Tourist, che sopporta il maggiore perso, sia in termini di passeggeri, che di automezzi.
Quindi, mettendo da parte le stime sui posti di lavoro (che sembrano essere à la carte, a seconda di chi le utilizza per celebrare l'opera, oscillando da 120 mila - Salvini ha parlato di "diretto e indiretto"... - a 36 mila), risparmi e ricavi, resta qualche dubbio che l'agenda del leader leghista possa essere rispettata, sia pure con qualche margine di inesattezza.
Infine, una questione che forse è stata spazzata via, troppo sbrigativamente, riguarda come si sia giunti a dare il via ad un'opera che riguarda due regioni che soffrono di enormi problemi infrastrutturali, la cui soluzione forse sarebbe stata più urgente che non il Ponte.
Parliamo del collo di bottiglia dei trasporti su rotaia e della atavica sete dell'Isola, tanto per citarne un paio che resteranno tali chissà fino a quando.
E allora è giusto affidarsi alle parole di un costituzionalista come Michele Ainis, che può dare ancora più forza al suo pensiero per essere messinese, quindi emozionalmente coinvolto nella realizzazione dell'opera: "L'ultima obiezione investe il metodo, anziché il merito della questione. È giusto, è lecito, è opportuno che una decisione così dirompente passi sopra la testa della cittadinanza? Senza consultarla con un referendum, senza un dibattito pubblico sui vantaggi e, sì, sugli svantaggi?".