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In nome del Padre, del Figlio e del Profitto: ecco il nuovo catechismo

Barbara Leone
 
In nome del Padre, del Figlio e del Profitto: ecco il nuovo catechismo

Nel regno della salvezza digitale, il peccato si espia con carta di credito. Altro che indulgenze plenarie: oggi bastano 25 euro e una buona connessione per lavarsi l’anima in modalità streaming. È il mondo nuovo dei sacramenti on demand, dove il confessionale ha la forma di una videochiamata e la penitenza si misura a ore fatturabili.

In nome del Padre, del Figlio e del Profitto: ecco il nuovo catechismo

È il miracolo, si fa per dire, di Pray for Me, una piattaforma online che unisce preghiera e profitto con la grazia di un e-commerce ben oliato. Sacerdoti da ogni angolo del globo offrono i propri servigi spirituali: confessioni a tariffa fissa, esorcismi a pacchetto mensile, colloqui motivazionali dal sapore divino. Tutto consultabile, prenotabile, acquistabile. Una specie di Just Eat dell’anima, con il Padre Nostro pronto all’uso e l'Ave Maria con consegna express.

La vicenda, portata alla luce da un servizio di Fuori dal Coro, è di quelle che oscillano pericolosamente tra farsa e sacrilegio. Le immagini, girate con telecamera nascosta, immortalano un sacerdote italiano – ignaro, si spera, della portata tragicomica dell’impresa – mentre riceve 50 euro per una confessione privatissima, ma rigorosamente registrata. Alla domanda diretta su dove finiscano i soldi, l’uomo, colto sul fatto come un impiegato con le mani nella cassa, balbetta: ''Una parte alla piattaforma, una parte a me… Forse ho sbagliato con lo strumento digitale''.

Lo strumento digitale, certo. Una diavoleria tentatrice che ha evidentemente sostituito Satana come principale fonte di sbandamento clericale. Non più il serpente nell’Eden, ma un’interfaccia user-friendly con pagamento integrato. E nel dubbio, la colpa è sempre dell’algoritmo. La piattaforma, nel frattempo, si presenta come ''un mercato online dove i pastori possono rappresentare i loro servizi, connettersi con nuovi parrocchiani e guadagnare denaro offrendo guida spirituale''.

Tutto chiaro: guida, supporto, profitto. Il trittico perfetto per il nuovo ministero dell’anima, dove la grazia è accessibile, sì, ma previa registrazione e consenso ai cookie. La domanda canonica, è proprio il caso di dirlo, sorge spontanea: è lecito? È morale? Ma soprattutto, è ridicolo? Perché il punto non è solo la violazione del diritto ecclesiastico, che pure esiste, e parla chiaro: i sacramenti non si vendono. Il punto è la surreale trasformazione del sacro in servizio clienti, con tanto di fascia oraria, feedback post-confessione e, presumibilmente, una newsletter settimanale.

Nel frattempo, il Vaticano corre ai ripari. Con una tempestività che non ha nulla di casuale, il Dicastero per il Clero, con la benedizione di Papa Francesco, pochi giorni dopo la messa in onda della trasmissione (mercoledì scorso per la cronaca), ha emanato un decreto per arginare l’uso improprio delle offerte: una sola per messa, niente cumuli, niente furberie liturgiche.

E soprattutto, nessuna discriminazione tra fedeli in base al reddito. In parole povere: la salvezza, almeno sulla carta, resta gratuita. O quantomeno, fuori dal circuito delle carte prepagate. La misura, d’altronde, era inevitabile. Perché se la confessione diventa servizio a pagamento, il confine tra preghiera e prestazione si fa inquietantemente sottile. Con il rischio, ormai tangibile, di trovarsi davanti a un prete che, prima dell’assoluzione, controlla il bonifico.

La parabola è chiara: il rischio (letteralmente dietro l’angolo) è che il sacerdote del terzo millennio è diventato un freelancer della fede. Offerte libere, certo, ma con ricevuta. Niente più inginocchiatoi, solo link Zoom. E il confessionale, da luogo sacro, muta in coworking spirituale. Il tutto condito da quella straordinaria capacità italica di arrampicarsi sui vetri con l’eleganza di un elefante in stola liturgica.

Del resto, nell’epoca in cui ogni gesto umano ha un prezzo - dall’amore al click, dalla lacrima al like - era solo questione di tempo prima che anche l’anima diventasse monetizzabile. Che il peccato si trasformasse in prestazione occasionale e che la redenzione assumesse forma di business model. Resta da capire se lo Spirito Santo abbia sottoscritto i termini e condizioni.

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