Di profezie su catastrofi e fine del mondo varie ne abbiamo collezionate a decine, anzi centinaia.
Dai Maya a Nostradamus, passando per oscure sibille e moderni veggenti da salotto, l’umanità ha spesso flirtato con l’idea della propria rovina come se fosse un passatempo collettivo. Oggi la profezia che agita gli animi arriva addirittura da... un fumetto. Anzi, più precisamente, da un manga.
L’oracolo del manga e il panico del turista: il Giappone scosso… dalle profezie
Secondo quanto riportato dalla CNN, un’inedita ondata di allarmismi legata a presunti terremoti imminenti sta scuotendo (è il caso di dirlo) l’industria turistica giapponese.
A provocare il trambusto non è un nuovo sciame sismico registrato dai sismografi, bensì una raffica di predizioni di sensitivi, maestri di feng shui e, soprattutto, il manga The Future I Saw, pubblicato per la prima volta nel 1999 dalla mangaka Ryo Tatsuki.
Un’opera che sembra avere il dono, o la condanna, di trasformarsi in fonte oracolare per migliaia di lettori superstiziosi dell’Asia orientale. Nel manga, Tatsuki — che si raffigura in versione cartoon — racconta visioni oniriche che, a detta dei suoi fan, avrebbero già preannunciato eventi come la morte della principessa Diana, la pandemia di Covid-19 e, soprattutto, il devastante terremoto del marzo 2011 in Giappone. Una coincidenza che ha finito per conferire, agli occhi dei credenti, un’aura quasi mistica.
Ora, nella versione “completa” del fumetto pubblicata nel 2021, l’autrice annuncia un nuovo grande sisma previsto per il prossimo 5 luglio, che partirebbe da una crepa sottomarina tra Giappone e Filippine, sollevando onde tre volte superiori a quelle del catastrofico tsunami del Tohoku.
E così, anche se gli scienziati continuano a ripetere con la pazienza di un maestro zen che prevedere i terremoti con precisione è impossibile, molti turisti asiatici, in particolare da Cina continentale e Hong Kong, hanno deciso di rimandare o annullare le proprie vacanze nipponiche.
La risposta del settore turistico è stata immediata: secondo CN Yuen, amministratore delegato dell’agenzia di viaggi WWPKG con sede a Hong Kong, le prenotazioni per il Giappone sono crollate della metà durante le vacanze di Pasqua e il calo si prevede ancora più marcato nei mesi successivi.
''La gente dice semplicemente di voler rimandare il viaggio per ora'', ha dichiarato Yuen, sottolineando come le paure si siano ormai ''radicate''.
Ovviamente anche i social media, amplificatori infallibili di ansie collettive, hanno fatto la loro parte: video, post e discussioni allarmistiche hanno invaso piattaforme in tutta l’Asia sudorientale, dalla Thailandia al Vietnam, diffondendo un panico tanto virale quanto immotivato. In questo scenario profetico in technicolor, si sono inserite anche altre voci: un sensitivo giapponese ha previsto un terremoto il 26 aprile nella densamente popolata Tokyo Bay Area (evento fortunatamente mai verificatosi), mentre un noto maestro di feng shui hongkonghese, Qi Xian Yu, in arte Master Seven, ha esortato pubblicamente a evitare il Giappone da aprile in poi.
Tutto questo, mentre l’Ufficio del Gabinetto giapponese si è visto costretto a intervenire via X , per ricordare con tono didattico che la moderna tecnologia, per quanto avanzata, non è ancora in grado di predire un terremoto. A prendere la parola con tono preoccupato è stato anche Yoshihiro Murai, governatore della prefettura di Miyagi, tra le più colpite dal sisma del 2011: ''È un problema serio quando la diffusione di voci assolutamente non scientifiche ha un impatto reale sul turismo'', ha dichiarato in conferenza stampa, sollevando il velo su un fenomeno che, pur apparendo bizzarro, ha risvolti economici tangibili. La stessa Tatsuki, interpellata dal quotidiano Mainichi Shimbun, ha invitato i lettori a non lasciarsi ''eccessivamente influenzare'' dai suoi sogni, per quanto apprezzasse il fatto che le sue opere spingano le persone a essere più preparate ai disastri. Il confine tra ispirazione e allarmismo, tuttavia, si fa sempre più labile quando la paura sostituisce la ragione.
Eppure, nonostante le defezioni, non si può certo dire che il Giappone sia rimasto deserto. Anzi, i numeri raccontano un’altra storia. Sempre secondo la CNN, nei primi tre mesi del 2025, il Paese del Sol Levante ha accolto 10,5 milioni di visitatori, cifra da record. I turisti provenienti dalla Cina continentale sono stati 2,36 milioni, con un incremento del 78% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche Hong Kong ha fatto la sua parte, con 647.600 visitatori, in aumento del 3,9%. E se l’Asia orientale è la fonte principale di visitatori, non mancano gli ospiti da altri continenti: nel solo marzo, 343.000 statunitensi, 68.000 canadesi e 85.000 australiani hanno scelto il Giappone come meta.