Secondo il Centro studi Unimpresa, a mille giorni dall’insediamento del governo Meloni, l’economia italiana mostra segnali di miglioramento su tutti i principali indicatori: lo spread Btp-Bund è sceso sotto i 90 punti base rispetto agli oltre 250 del 2022, con il rendimento del decennale italiano al 3,61%, il tasso di disoccupazione è calato al 6,5% a maggio 2025 dopo aver toccato il minimo del 6,2% a fine 2024, con 85mila nuovi occupati nel trimestre novembre-gennaio, l’inflazione è rientrata all’1,7% a giugno 2025 dopo il picco oltre l’8% del 2022, i consumi delle famiglie crescono dello 0,2% nel primo trimestre 2025 dopo anni di stagnazione, il debito pubblico resta sopra i 3.000 miliardi ma il rapporto debito/pil è stabile al 134,6%, il saldo delle amministrazioni pubbliche migliora dal -8% del 2022 al -3,4% del 2024, con un indebitamento trimestrale del -8,5% nel primo trimestre 2025.
Unimpresa, dopo 1.000 giorni di Governo migliora l'economia
“Pur in un contesto internazionale complesso e incerto, segnato da conflitti geopolitici, tensioni commerciali e pressioni inflazionistiche globali, l’economia italiana mostra oggi fondamentali più solidi rispetto a tre anni fa”, afferma il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi (in foto), “i mille giorni del governo guidato da Giorgia Meloni coincidono con una fase di riequilibrio strutturale del quadro economico nazionale, lo dimostrano la riduzione dello spread, il controllo dell’inflazione, la crescita dell’occupazione e la ripresa degli investimenti produttivi, specie grazie all’attuazione del Pnrr e ai nuovi strumenti di politica industriale”, aggiungendo poi che “si aggiunge una rinnovata fiducia dei mercati internazionali nella stabilità del nostro Paese, che ha contribuito a contenere il costo del debito pubblico e a rafforzare la credibilità istituzionale dell’Italia in ambito europeo”.
Infine, conclude, “ora la sfida più importante per il governo, per le imprese e per le parti sociali è trasformare questi progressi in risultati duraturi, capaci di generare crescita inclusiva, occupazione stabile e maggiore competitività del nostro sistema produttivo”.