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Usa: Trump chiede alla Corte suprema luce verde per limitare lo ius soli

Redazione
 
Usa: Trump chiede alla Corte suprema luce verde per limitare lo ius soli

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha cominciato, oggi, l'esame dell'iniziativa di Donald Trump di applicare il suo ordine esecutivo per limitare la cittadinanza per nascita, una mossa che avrebbe ripercussioni su migliaia di bambini che nascono ogni anno. In sostanza, Trump cerca di cambiare radicalmente il modo in cui la Costituzione degli Stati Uniti è stata a lungo interpretata.

Usa: Trump chiede alla Corte suprema luce verde per limitare lo ius soli

I giudici dovranno ascoltare le argomentazioni sulla richiesta d'urgenza dell'amministrazione di ridurre le ingiunzioni emesse dai giudici federali di Maryland, Washington e Massachusetts che bloccano la direttiva di Trump a livello nazionale. I giudici hanno ritenuto che l'ordine di Trump violi probabilmente la clausola sulla cittadinanza contenuta nel XIV Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.

Il caso è insolito in quanto l'amministrazione lo ha utilizzato per sostenere che i giudici federali non hanno l'autorità di emettere ingiunzioni a livello nazionale o "universali" e ha chiesto ai giudici di pronunciarsi in tal senso e di far rispettare la direttiva di Trump anche senza soppesarne i meriti legali.

L'ordinanza di Trump è stata contestata dai procuratori generali democratici di 22 Stati. Ma anche da immigrate in stato di gravidanza (e che quindi ritengono che i solo figli, se nati nel territorio americano, debbano assumere la cittadinanza) e da attivisti.

L'Amministrazione chiede che alle ingiunzioni sia data una interpretazione restrittiva, in modo che si applichino solo alle singole querelanti e ai 22 stati, qualora i giudici ritengano che gli Stati abbiano la legittimazione giuridica necessaria per intentare causa. Ciò potrebbe consentire alla norma di entrare in vigore nei 28 Stati che non hanno intentato causa, a parte le singole querelanti.

Trump ha firmato il suo ordine, parte fondamentale del suo approccio intransigente in materia di immigrazione, il 20 gennaio, il suo primo giorno di ritorno in carica. L'ordine impone alle agenzie federali di rifiutare di riconoscere la cittadinanza ai bambini nati negli Stati Uniti che non abbiano almeno un genitore cittadino americano o residente permanente legale.
La corte ha una maggioranza conservatrice di 6 a 3, compresi tre giudici nominati da Trump durante il suo primo mandato presidenziale.

I querelanti sostengono che la direttiva di Trump violi il XIV Emendamento, che da tempo si ritiene conferisca la cittadinanza a quasi tutti coloro che nascono sul suolo statunitense. La clausola sulla cittadinanza del XIV Emendamento stabilisce che "tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti, e soggette alla loro giurisdizione, sono cittadine degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono".

L'amministrazione sostiene che la clausola sulla cittadinanza non si estende agli immigrati irregolari nel Paese o agli immigrati la cui presenza è legale ma temporanea, come gli studenti universitari o coloro che hanno un visto di lavoro.

Il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che queste persone non sono soggette alla "giurisdizione politica" degli Stati Uniti perché la loro fedeltà primaria è rivolta a paesi stranieri.

Secondo il Dipartimento di Giustizia, la cittadinanza automatica per diritto di nascita incoraggia l'immigrazione illegale e il "turismo delle nascite" da parte di future mamme che viaggiano negli Stati Uniti per partorire e ottenere la cittadinanza per i propri figli.

Le ingiunzioni universali sono diventate sempre più controverse e hanno incontrato negli ultimi anni l'opposizione sia delle amministrazioni repubblicane che di quelle democratiche. Quest'anno, i giudici hanno spesso ostacolato l'uso aggressivo di ordini esecutivi e altre iniziative da parte di Trump, talvolta ricorrendo a ingiunzioni universali.

Il XIV Emendamento ha annullato una famigerata sentenza della Corte Suprema del 1857, Dred Scott contro Sandford, che aveva negato la cittadinanza ai neri e contribuito ad alimentare la Guerra Civile.

Una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1898 in un caso chiamato ''Stati Uniti contro Wong Kim Ark'' è stata a lungo interpretata nel senso che garantisce che i bambini nati negli Stati Uniti da genitori non cittadini hanno diritto alla cittadinanza americana.
Il Dipartimento di Giustizia di Trump ha sostenuto che la sentenza della corte in quel caso era più restrittiva, applicandosi ai bambini i cui genitori avevano un "domicilio e residenza permanenti negli Stati Uniti".

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