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Un dodicenne e la sua sinfonia per gli amici a quattro zampe chiusi nei rifugi

Redazione
 
Un dodicenne e la sua sinfonia per gli amici a quattro zampe chiusi nei rifugi

FOTO: YouTube - @WildTunes-byyuvi10

Si narra che la musica sia il vero linguaggio universale dell'umanità. Ma se potesse trascendere le barriere linguistiche e persino le specie? È la scommessa audace di Yuvi Agarwal, un dodicenne di Houston, che sta mettendo alla prova questa teoria davanti a un pubblico decisamente insolito: i tanti, troppi, amici a quattro zampe rinchiusi nei rifugi. La sua storia, un inno alla compassione e alla forza terapeutica delle sette note, sta commuovendo il mondo intero, come racconta l'APNEWS.

Un dodicenne e la sua sinfonia per gli amici a quattro zampe chiusi nei rifugi

Yuvi ha iniziato a toccare i tasti di una tastiera già a quattro anni.
Qualche tempo fa, ha notato qualcosa di speciale: il suo modo di suonare aveva un effetto sorprendentemente calmante su Bozo, il golden doodle un po' irrequieto della sua famiglia. Da quella semplice osservazione è nata un'idea illuminante: e se la musica potesse portare conforto anche agli animali randagi, spesso traumatizzati e stressati? E così, con il supporto dei suoi genitori, esperti di marketing, nel 2023 Yuvi ha fondato Wild Tunes, un'organizzazione no-profit dal cuore grande.

L'obiettivo? Reclutare musicisti volontari che potessero portare un po' di armonia nei rifugi per animali. Un'iniziativa che ha già raccolto un'eco incredibile: circa 100 musicisti e cantanti di ogni età e livello si sono uniti alla causa, esibendosi in nove rifugi tra Houston, il New Jersey e Denver.

"Non devi capire il testo per apprezzare la musica. Goditi solo la melodia, l'armonia e il ritmo. Quindi trascende le barriere linguistiche e può persino trascendere le specie", ha dichiarato Agarwal dopo aver suonato successi come "Hey Jude" dei Beatles e "Perfect" di Ed Sheeran al Denver Animal Shelter con la sua tastiera portatile.

Yuvi, mentre suonava per Pituca, un anziano barboncino nano, ha raccontato che molti dei suoi "ascoltatori" a quattro zampe, inclusi i gatti, inizialmente si agitano all'arrivo, ma poi, dopo qualche minuto di musica, si calmano. Alcuni arrivano persino ad addormentarsi, trovando pace in quelle melodie.

Il giovane musicista ricorda con affetto una cagnolina salvata di nome Penelope, a Houston, che si rifiutava di uscire dal suo recinto anche per mangiare. "Dopo poco che ho iniziato a giocare, è passata dal non uscire nemmeno dalla cuccia al leccarmi tutta la faccia e mordicchiarmi le orecchie", ha raccontato con un sorriso che trapelava anche solo dalla voce.

A pochi box di distanza da Yuvi, nel rifugio di Denver, la volontaria Sarah McDonner incantava un boxer di nome Max, un randagio di un anno, con le note di Mozart e Bach suonate con il suo flauto. Max inclinava la testa, quasi rapito dalle note più alte.

McDonner, una musicista professionista che ha conosciuto Yuvi a Houston e ha contribuito a portare il programma in Colorado, ha espresso il suo profondo credo nell'iniziativa: "Credo che il fatto che gli animali interagiscano con gli esseri umani in modo positivo dia loro qualcosa da aspettare con ansia, qualcosa di diverso nel corso della giornata", ha detto sottolineando che "è molto importante offrire loro qualcosa di diverso da quello a cui sono abituati nelle loro gabbiette minuscole... e che li renda più adottabili a lungo termine."

Sebbene gli effetti della musica sugli esseri umani siano stati ampiamente studiati, il suo ruolo nel comportamento animale rimane un campo da esplorare. Diversi studi suggeriscono un effetto calmante della musica classica sui cani in ambienti stressanti come canili e rifugi, ma alcuni ricercatori avvertono che i dati non sono ancora sufficienti per conclusioni definitive. Lori Kogan, una amante dei cani che presiede la sezione dedicata all'interazione uomo-animale dell'American Psychological Association, si mostra cauta.

"Vogliamo sempre risposte semplicistiche. Quindi, per esempio, vogliamo dire che la musica calma gli animali, e credo che la questione sia molto più articolata", ha affermato la professoressa e ricercatrice alla Colorado State University, che studia da oltre vent'anni la relazione tra animali ed esseri umani, e spiega che la ricerca sugli effetti della musica sui cani spesso produce risultati contrastanti a causa delle numerose variabili: l'ambiente, il volume, il tipo e il ritmo della musica, la razza del cane e la sua precedente esposizione alla musica. La sua raccomandazione è quindi di adottare un approccio caso per caso.

"Se fai ascoltare della musica al tuo animale domestico e sembra che gli piaccia e che appaia più calmo, allora penso che possiamo dire che è una cosa positiva, che stai offrendo un certo livello di arricchimento a quell'animale. ... Incoraggerei le persone a provarci e a vedere come reagiscono i loro animali domestici", ha suggerito Kogan.

Per Yuvi Agarwal, tuttavia, l'esperienza diretta nei rifugi è una prova innegabile del potere consolatorio della musica sugli animali stressati. Il giovane musicista ha un sogno ambizioso: far crescere Wild Tunes fino a farla diventare un programma nazionale. E non sono solo gli animali a trarne beneficio, assicura.

"Si tratta di un modo davvero fantastico per esercitarsi a suonare il proprio strumento o cantare di fronte a un pubblico imparziale, il che può aumentare la propria sicurezza", ha concluso. Un'iniziativa che, con le sue note di speranza, sta dimostrando come la compassione e la creatività possano davvero fare la differenza nella vita di chi non ha voce.

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