Attualità
Guerre e tensioni globali frenano l’estate degli italiani ma non la cancellano: il turismo resiste tra paure e nuove rotte
di Demetrio Rodinò

Le guerre e la crescente instabilità geopolitica stanno cambiando le vacanze degli italiani, ma non le stanno fermando. A fotografare questo scenario è il nuovo sondaggio Fiavet Confcommercio, che ha interpellato le agenzie di viaggio di tutta Italia per capire come le tensioni internazionali stiano influenzando le prenotazioni dell’estate 2025.
Secondo i dati raccolti, quasi l’80% delle agenzie ha registrato una flessione delle prenotazioni, anche se spesso moderata: il 32,6% segnala un calo contenuto, il 19,2% non rileva impatti significativi, mentre il 17,3% nota una diminuzione lieve. Tuttavia, un 30,7% di agenzie parla di una forte contrazione delle prenotazioni, un segnale che non può essere ignorato.
Tra le principali paure dei viaggiatori emergono in cima quelle legate al Medio Oriente (22,09%) e all’Egitto (16,8%), con un’attenzione particolare anche al Mar Rosso (3,4%). Sorprende il timore verso destinazioni tradizionalmente considerate sicure come gli Stati Uniti (12%), addirittura più degli Emirati Arabi (10,47%) e della Giordania (6,98%). Anche mete di medio raggio come la Turchia (5,8%) risentono di questa ondata di insicurezza. Più marginali le preoccupazioni per Israele e Ucraina, aree già poco battute dal turismo estivo.
Il sondaggio conferma un diffuso clima di incertezza: circa il 70% delle agenzie rileva che i clienti esprimono paure e insicurezze legate ai conflitti in corso. Il 55% dei viaggiatori ha già cancellato o sta pensando di modificare le proprie vacanze, spesso anche pagando penali, mentre il 40% preferisce rimandare ogni decisione in attesa di sviluppi.
Nonostante questo “sentiment” negativo, meno del 5% ha effettivamente annullato un viaggio, come dichiarato dal 54,7% delle agenzie. Solo l’11,3% segnala cancellazioni superiori al 30%, segno che la maggior parte dei turisti alla fine sceglie di partire, magari cambiando meta.
A complicare il quadro si aggiunge una nuova attenzione alle rotte e agli scali: il 30% dei viaggiatori ora analizza con attenzione gli itinerari, cercando di evitare scali in aree percepite come rischiose. Tuttavia, quasi la metà delle agenzie (47,7%) non ha ancora messo a punto contromisure concrete per rispondere a questo fenomeno, che da temporaneo sembra ormai divenuto strutturale.
Solo una minoranza, il 16,9%, ha scelto di puntare su una comunicazione puntuale tramite social e aggiornamenti costanti dalle fonti ufficiali come la Farnesina e il portale Viaggiare Sicuri. Un altro 26,2% cerca invece di lavorare fianco a fianco con i clienti per individuare soluzioni personalizzate.
Il sostegno dei fornitori, però, scarseggia: il 57% delle agenzie lamenta di non aver ricevuto supporto concreto, mentre solo il 21% trova aiuto dai corrispondenti locali, spesso più motivati a preservare il turismo per sostenere economie già fragili.
Nemmeno il turismo interno, che avrebbe potuto trarre vantaggio dal calo delle partenze internazionali, ha registrato il boom sperato. I prezzi elevati e la tendenza a prenotare all’ultimo momento stanno frenando anche chi avrebbe scelto mete italiane.
L’impatto complessivo della crisi geopolitica sul business turistico viene definito “devastante” dal 60% degli operatori. Il 37% degli agenti si dice cautamente pessimista, ma un sorprendente 23,2% mantiene invece un cauto ottimismo. A determinare l’andamento dell’estate sarà probabilmente la fetta di operatori “neutrali”, pari al 27,4%, che aspettano di capire come evolverà la situazione.
"Fiavet Confcommercio si sta dedicando con grande attenzione a studi di settore – spiega il presidente Giuseppe Ciminnisi – perché ogni evento internazionale, anche il più tragico, tocca profondamente l’economia di ogni singola agenzia. Partire dai numeri aiuta a capire che non si è soli: solo insieme possiamo trovare le strategie per affrontare le sfide e far ripartire il turismo".