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Mimit: nei primi 7 mesi del 2025 siglati 16 accordi di reindustrializzazione, salvaguardati circa 11.500 posti di lavoro

 
Mimit: nei primi 7 mesi del 2025 siglati 16 accordi di reindustrializzazione, salvaguardati circa 11.500 posti di lavoro
Da Beko a La Perla, da Berco a Diageo, passando per Piombino: sono 16 gli accordi di reindustrializzazione o i percorsi strutturati di rilancio produttivo finalizzati nei primi sette mesi del 2025 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la salvaguardia o la stabilizzazione di circa 11.500 posti di lavoro. Si tratta di un risultato importante nella gestione delle crisi industriali, che segna un passo in avanti nella strategia delle politiche di reindustrializzazione e riqualificazione industriale portate avanti dal Mimit.

“Abbiamo trasformato crisi, anche di lungo corso, in opportunità, introducendo efficienza e trasparenza nella gestione delle vertenze. Nessuno è rimasto indietro. Un risultato che è stato possibile grazie all’impegno congiunto di istituzioni, imprese, investitori, lavoratori e parti sociali, con un ruolo attivo del Mimit in ogni fase: dalla mediazione e progettazione alla verifica dei piani industriali”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso. “Ora - ha aggiunto - ci apprestiamo a modificare la direttiva ministeriale per la gestione delle crisi, prevedendo un coinvolgimento strutturale di Regioni e parti sociali”.

Tra gennaio e luglio 2025, il Mimit ha convocato 126 tavoli plenari e condotto 270 incontri tecnici ristretti o istruttori, a conferma di un’attività quotidiana intensa e strutturata nella gestione delle crisi aziendali. A oggi, i tavoli attivi a Palazzo Piacentini sono 37, in calo rispetto ai 55 del 2022, con un coinvolgimento complessivo di 33.174 lavoratori, contro gli 80.000 occupati diretti interessati di tre anni fa.

Per consolidare questo approccio strutturato e rendere permanente il confronto istituzionale, il Mimit si appresta ad aggiornare la direttiva ministeriale sulle crisi industriali, introducendo un coinvolgimento strutturato e periodico con Regioni e parti sociali. L’obiettivo è rafforzare il monitoraggio preventivo delle situazioni di crisi, valorizzare la condivisione delle buone pratiche tra i territori e migliorare l’efficacia degli strumenti di intervento a disposizione del sistema Paese, valorizzando in questo modo il ruolo delle amministrazioni territoriali, delle rappresentanze dei lavoratori e delle imprese.
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