Economia

Piazza Affari guida l’Europa con le banche in volata. Intesa Sanpaolo brilla, FTSE MIB a +0,98%

 
Piazza Affari guida l’Europa con le banche in volata. Intesa Sanpaolo brilla, FTSE MIB a +0,98%
In una giornata di attesa per le decisioni della Federal Reserve americana, è Piazza Affari a dettare il passo in Europa. Il FTSE MIB mette a segno un robusto +0,98%, proseguendo il trend positivo delle ultime sedute, grazie soprattutto allo sprint del settore bancario, con Intesa Sanpaolo sugli scudi dopo risultati trimestrali oltre le attese e una revisione al rialzo della guidance per il 2025.

Mentre le principali Borse europee si mostrano caute – Francoforte chiude a +0,19%, Parigi a +0,06% e Londra quasi invariata – la Borsa di Milano continua la sua corsa al rialzo. Il FTSE Italia All-Share avanza dello 0,90%, mentre il Mid Cap rimane stabile (-0,01%). In forte calo, invece, il segmento STAR che cede il 2,55%.

Protagonista assoluta della seduta è Intesa Sanpaolo, che guadagna il 4,39% dopo la pubblicazione dei conti del secondo trimestre. L’istituto guidato da Carlo Messina ha rivisto al rialzo le stime di utile netto 2025, prevedendo un risultato “ben oltre” i 9 miliardi di euro. In conference call, Messina ha lanciato un segnale chiaro sul consolidamento bancario: “L’M&A in Italia è un Far West. Intesa resterà fuori da questo contesto.”

Bene anche BPER (+3,14%), Banca MPS (+2,90%) e Prysmian (+2,51%).

Non sono mancate le note dolenti: Amplifon crolla del 25,46% e Stellantis affonda con un -4,51%. Male anche Recordati (-4,33%) e Hera (-2,98%).

Nel segmento delle medie capitalizzazioni si segnala Fincantieri, in progresso del 3,39%, seguita da TXT E-solutions (+1,66%), Banco di Desio (+1,61%) e Italmobiliare (+1,55%). Tra i peggiori, invece, IREN perde il 4,04%, seguita da GVS (-3,09%), Acea (-2,13%) ed El.En (-2,04%).

Il cambio euro/dollaro registra un leggero calo dello 0,67%, mentre il rendimento del BTP decennale resta stabile al 3,45% con uno spread a 81 punti base. L’oro arretra dello 0,99% a 3.293,8 dollari l’oncia, mentre il petrolio WTI guadagna l’1,09%, attestandosi a 69,96 dollari al barile.

Sul versante macroeconomico, il PIL USA sorprende al rialzo con un +3% nel secondo trimestre (contro il +2,6% atteso), spinto da consumi solidi e da un calo delle importazioni. Nell’Eurozona, invece, la crescita resta debole: +0,1% t/t contro uno 0% atteso. Delude anche la Germania con un -0,1%, in linea con le stime.
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