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Prezzo dell’oro: si sta formando un doppio top?

di Rhona O’Connell, Head of Market Analysis di StoneX Bullion
 
Prezzo dell’oro: si sta formando un doppio top?
Nell’ultimo periodo, la preoccupazione per i dazi ha praticamente bloccato le importazioni di monete d’oro e argento dall’Europa agli Stati Uniti. I premi di alcune monete d’oro sono sotto forte pressione, in particolare le Krugerrand e le Eagles.

Tuttavia, l’inizio del mese di maggio ha visto una certa distensione sul fronte della guerra commerciale, prima con l’accordo tra Stati Uniti e Regno Unito, che potrebbe fungere da modello per altri Paesi, ma soprattutto con i negoziati tra il segretario al Tesoro USA Scott Bessent e il vicepremier cinese He Lifeng, al termine dei quali è stato deciso che gli Stati Uniti ridurranno i dazi dal 145% al 30%, mentre la Cina dal 125% al 10%. È previsto un periodo di 90 giorni per mettere il tutto a regime, quindi i cambiamenti non sono necessariamente scolpiti nella pietra.

A seguito dei colloqui USA-Cina, il premio per il rischio per l’oro si sta esaurendo. Il metallo giallo ha annullato più del 50% del suo forte rally recente e, scendendo al di sotto dei 3.199 dollari, completerebbe una formazione tecnica a doppio top, che potrebbe preannunciare un ulteriore calo di 235 dollari. Nonostante i fondamentali restino favorevoli, i progressi nelle trattative sui dazi possono sicuramente raffreddare un po’ il mercato. In ogni caso, siamo convinti che il massimo sia già stato raggiunto.

Le prospettive a breve termine sono invariate: l’oro sta ancora correggendo ma rimane ben sostenuto. Ci aspettiamo che i prezzi continuino a mantenere questo supporto mentre i mercati si confrontano con un’incertezza persistente. Il rapporto oro/argento, ancora di poco superiore a 100, dovrebbe iniziare a scendere quando le preoccupazioni economiche inizieranno a sciogliersi.

Nell’incontro del Federal Open Market Committee (FOMC) del 6 e 7 maggio è stato mantenuto il tasso obiettivo sui Fed funds al livello prevalente di 4,35-4,50%. La dichiarazione che ha accompagnato la riunione però è stata formulata in termini più decisi rispetto al passato, notando all’inizio che “sebbene le oscillazioni delle esportazioni nette abbiano influito sui dati, gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica abbia continuato a espandersi a un ritmo solido… L’incertezza sulle prospettive economiche è aumentata ulteriormente.” I mercati hanno molte opinioni diverse sulla strada che la Fed sceglierà di intraprendere e, ora che i negoziati sui dazi sembrano fare progressi, qualsiasi modifica ai tassi nel corso del meeting di giugno appare sempre più improbabile. La Fed è ferma ma i mercati obbligazionari sono ancora alla ricerca di un nuovo allentamento, valutando i Fed funds al 3,76% a fine anno rispetto al 4,5% attuale.

Le scorte d’oro al COMEX hanno raggiunto un picco di 1.402 tonnellate il 4 aprile. Successivamente sono scese di 185 tonnellate fino a 1.217 tonnellate l’8 maggio, prima di un piccolissimo aumento il 9 maggio a 1.218 tonnellate. La copertura scorte/totale dei contratti futures è dell’89%, ancora sostanzialmente superiore al normale 40%.

Dopo le festività del Labour Day, la Cina è tornata in attività e questo ha contribuito a dare all’oro un certo sostegno grazie all’interesse degli acquirenti. La domanda di lingotti d’argento sta aumentando in Medio Oriente e anche la domanda di lingotti d’oro è robusta, mentre l’argento sta beneficiando in Asia del prezzo elevato dell’oro.

L’argento si è mantenuto relativamente stabile di fronte al calo dell’oro, poiché i colloqui sui dazi hanno tolto un po’ di pressione alle difficoltà macroeconomiche.

Gli ETF sull’oro sono scesi di appena 19 tonnellate tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. La produzione mineraria mondiale è di circa 3.600t.

Gli ETF sull’argento stanno guadagnando attenzione, con un acquisto netto di 392 tonnellate dall’inizio di aprile, a 22.780 t, e 1.010 t da inizio anno. La produzione mineraria globale è di 25.497t (dati Metals Focus).
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