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Ue verso l’addio definitivo a gas e petrolio russi entro il 2027, la Commissione presenta il piano

di Luca Andrea
 
Ue verso l’addio definitivo a gas e petrolio russi entro il 2027, la Commissione presenta il piano
La Commissione europea ha presentato una nuova proposta strategica che segna un passo decisivo verso l’indipendenza energetica dell’Unione: eliminare completamente entro il 2027 le importazioni di gas e petrolio dalla Russia. Il piano, articolato e vincolante, segue le linee guida del programma REPowerEU e mira a rafforzare la sicurezza energetica del blocco, diversificare gli approvvigionamenti e consolidare la competitività dell’Europa nel contesto globale.

Con questo pacchetto di misure, Bruxelles intende porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi – una dipendenza che ha mostrato tutta la sua fragilità negli ultimi anni, specie dopo l’invasione dell’Ucraina. L’iniziativa copre sia il gas naturale (in forma liquida e via gasdotto) che il petrolio, prevedendo tempistiche progressive ma stringenti per ciascuna tipologia di contratto.

Il piano prevede un calendario preciso per la graduale eliminazione del gas russo:

- Dal 1° gennaio 2026 saranno vietate le importazioni di gas russo tramite nuovi contratti.

- Entro il 17 giugno 2026 cesseranno le forniture sotto contratti a breve termine esistenti.

- Fino alla fine del 2027 sarà consentito, in via eccezionale, l’import di gas via gasdotto per i Paesi senza sbocco sul mare, a condizione che questi flussi siano legati a contratti a lungo termine.

- Entro il 31 dicembre 2027 verranno definitivamente interrotti anche i contratti a lungo termine per l’importazione di gas dalla Russia.


Gli Stati membri che ancora importano petrolio russo dovranno presentare piani di diversificazione dettagliati. L’obiettivo: un phase-out completo entro il 2027, garantendo al tempo stesso la tenuta delle economie e dei mercati energetici locali.

Secondo la Commissione, il piano è attuabile grazie all’attuale livello di interconnessione del mercato del gas europeo, alla disponibilità di fornitori alternativi a livello globale e alla capacità infrastrutturale di importazione già esistente all’interno dell’Unione. Non mancano, tuttavia, meccanismi di salvaguardia integrati nel testo legislativo, per gestire eventuali fluttuazioni dei mercati e garantire certezze giuridiche alle imprese.

La graduale uscita dalle forniture russe rappresenta, secondo Bruxelles, una spinta decisiva verso la transizione energetica pulita e un’occasione per rafforzare il sistema industriale europeo in chiave sostenibile. Ridurre la dipendenza da Mosca significa anche proteggere l’Europa da ricatti energetici, stabilizzare i prezzi e promuovere tecnologie verdi.
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