Foto autoprodotta - CC BY-SA 3.0
Tre nuovi sistemi agricoli di eccezionale valore culturale e ambientale sono stati riconosciuti ieri dalla FAO come Sistemi di Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale (GIAHS), portando a 102 il totale globale dei siti inseriti in questa rete che celebra l’ingegno e la resilienza delle comunità rurali.
Italia e Giappone, tre nuovi tesori agricoli entrano nella rete globale dei GIAHS
Una designazione riguarda l’Italia, due il Giappone, segnalando come la conservazione della biodiversità e delle pratiche tradizionali rimanga una priorità globale anche a ottant’anni dalla nascita dell’Organizzazione. Il sistema più noto tra i nuovi inserimenti è quello dei limoneti e delle coltivazioni terrazzate della Costiera Amalfitana. Qui, sulle ripide scogliere affacciate sul mare, contadini secolari hanno modellato un paesaggio unico fatto di pergolati di castagno, uliveti e vigneti.
Il celebre limone “Sfusato Amalfitano” cresce in questo contesto straordinario, raccolto dai cosiddetti “contadini volanti”, abili nel muoversi sui ripidi terrazzamenti. I muretti a secco proteggono il suolo dall’erosione e regolano l’acqua, mentre pratiche agricole a basso impatto garantiscono rese fino a 35 tonnellate per ettaro senza ricorrere a pesticidi. Il sito custodisce oltre 970 specie vegetali, tra cui molte rare del Mediterraneo, e il ruolo delle donne nella trasmissione dei saperi tradizionali è centrale.
La Costiera Amalfitana è già Patrimonio dell’Umanità UNESCO e ora rafforza il suo profilo come esempio di agricoltura mediterranea sostenibile. In Giappone, la prefettura di Wakayama, nella regione montuosa di Arida-Shimotsu, ospita un sistema tradizionale di coltivazione del mikan, il mandarino locale, sviluppato su terrazze di pietra a secco adattate a pendii ripidi e al clima subtropicale umido. Le famiglie contadine, con metodi tramandati da oltre quattro secoli, gestiscono oltre 30 varietà di agrumi, integrate con ortaggi, apicoltura e selvicoltura.
Le terrazze non solo mantengono le funzioni idriche e la fertilità del suolo, ma permettono anche di affrontare i cambiamenti climatici preservando conoscenze antiche e biodiversità locale. La vita comunitaria e le tradizioni culinarie continuano a intrecciarsi con la produzione agricola, testimoniando valori collettivi e pratiche culturali. Sempre in Giappone, la regione di Okuizumo ha trasformato un’area precedentemente sfruttata per l’estrazione di sabbia ferrifera in un complesso sistema agro-silvo-pastorale.
Qui risaie terrazzate irrigate da canali secolari convivono con allevamenti di bovini Japanese Black, la coltivazione del grano saraceno e ortaggi, secondo un modello circolare che valorizza tutte le risorse disponibili. Nonostante lo spopolamento rurale, la resilienza del sistema è assicurata dalla forte identità culturale e dalla gestione innovativa del territorio, con un equilibrio tra produzione alimentare, tutela ambientale e patrimonio storico.
“La FAO è onorata di accogliere questi eccezionali nuovi siti nella famiglia dei GIAHS. Ogni sito testimonia l’ingegno e la resilienza delle comunità rurali e agricole, mostrando pratiche sostenibili che sono state attentamente mantenute e adattate nel corso delle generazioni”, ha dichiarato Kaveh Zahedi, Direttore dell’Ufficio FAO per il Cambiamento Climatico, la Biodiversità e l’Ambiente. Con queste ultime designazioni, l’Italia raggiunge tre siti GIAHS e il Giappone 17, rafforzando l’importanza di sistemi agricoli che, al di là della produzione, rappresentano un patrimonio vivente di biodiversità, cultura e conoscenze tradizionali, essenziali per la sicurezza alimentare e la sopravvivenza dei paesaggi rurali.