Cultura

Spettacolo di Adidas con droni sul Partenone: la Grecia insorge

Barbara Leone
 
Spettacolo di Adidas con droni sul Partenone: la Grecia insorge

Atene ha intrapreso un'azione legale dopo che uno spettacolo di droni a fini pubblicitari organizzato da Adidas ha proiettato immagini che, seppur indirettamente, coinvolgevano l’Acropoli, simbolo immortale della democrazia occidentale.

Spettacolo di Adidas con droni sul Partenone: la Grecia insorge

Il monumento del V secolo a.C., patrimonio mondiale dell’Unesco e cuore pulsante della civiltà greca, è finito infatti al centro di una campagna promozionale dell’azienda tedesca, scatenando una reazione dura e immediata da parte del governo ellenico.

Il quotidiano britannico The Guardian ha riportato la notizia sottolineando come l’iniziativa abbia colto di sorpresa le autorità greche, che ora denunciano una violazione delle norme a tutela del patrimonio culturale.
A prendere la parola è stata la ministra della Cultura, Lina Mendoni, archeologa di formazione, che ha affidato a un'intervista radiofonica a SKAI tutta la propria amarezza: "Non è stata seguita la procedura legale", ha dichiarato. "Questa immagine pessima, estremamente spiacevole, è come se le scarpe Adidas stessero prendendo a calci l'Acropoli, esteticamente intendo".

Secondo quanto riferito, lo spettacolo è stato lanciato nella tarda serata di giovedì dagli spazi neoclassici del centro congressi Zappeion, nel cuore della capitale greca. Ed è proprio la mancanza di autorizzazioni specifiche da parte del Ministero della Cultura che ha spinto Atene a sporgere denuncia formale ''contro tutti i responsabili''.

"Abbiamo una pubblicità che mira allo sfruttamento commerciale di monumenti specifici", ha aggiunto Mendoni, evidenziando come l’iniziativa infranga le severe leggi greche a tutela del patrimonio archeologico. La vicenda ha innescato anche l’apertura di un’indagine da parte della procura di Atene, che vuole fare luce sul modo in cui Adidas avrebbe ottenuto i permessi per il volo dei droni.

Sia il Ministero della Cultura sia quello delle Finanze hanno chiesto chiarimenti all’Autorità per l’Aviazione Civile, ente preposto al rilascio delle autorizzazioni di volo nel rispetto delle norme europee. Anche la gestione dello Zappeion, spazio pubblico la cui supervisione ricade sotto il Ministero dell’Economia, è ora oggetto di verifica.

"Abbiamo a che fare con un altro monumento, più recente certo, ma la cui amministrazione avrebbe comunque dovuto chiedere l’approvazione del nostro Ministero prima di concedere il permesso per l’evento", ha affermato ancora Mendoni. "Anche qui assistiamo a una violazione della legge archeologica".

Nel frattempo, mentre sui social media si moltiplicano i video dell’esibizione luminosa e monta l’indignazione pubblica, Adidas ha reagito respingendo le accuse. In una dichiarazione via email citata da Reuters, la multinazionale ha assicurato di aver agito nel pieno rispetto della normativa locale: "Tutti i permessi richiesti sono stati ricevuti e rispettati", ha affermato l’azienda. "Nessuna immagine del monumento dell'Acropoli è stata utilizzata da Adidas per pubblicità o altri scopi".

Ma le rassicurazioni non sembrano bastare. In una nazione che da sempre vive il proprio patrimonio storico come una parte viva dell’identità collettiva, il gesto ha toccato corde profonde. I partiti di opposizione hanno colto l’occasione per attaccare il governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis, accusandolo di negligenza e scarsa vigilanza.

Il partito socialista Pasok ha rilasciato un comunicato netto: "L’Acropoli, simbolo globale di cultura e democrazia, non può essere utilizzata come sfondo per scopi commerciali", ha dichiarato, sottolineando "gravi interrogativi sul ruolo e la responsabilità del Ministero della Cultura". Più aspra ancora la reazione di Syriza, principale forza di sinistra nel Paese, che ha definito l’iniziativa "una mercificazione del patrimonio culturale greco".

Perché, si legge nella nota ufficiale, "l'immagine di una scarpa sportiva che 'calza' l’Acropoli, creata utilizzando uno sciame di droni a fini pubblicitari, costituisce una commercializzazione offensiva del nucleo del nostro patrimonio culturale".

Il caso arriva in un momento particolarmente sensibile per la gestione dell’Acropoli, la cui simbolicità è da tempo al centro di contese culturali e politiche. Il dibattito sul ritorno dei Marmi del Partenone – attualmente conservati al British Museum di Londra – è ancora acceso, e ogni gesto che tocchi il monumento rischia di diventare un affare di Stato. Emblematica, in tal senso, è la recente polemica legata al rifiuto, da parte dello stesso Ministero della Cultura, di autorizzare alcune riprese del film Bugonia di Yorgos Lanthimos, regista premio Oscar.

Un diniego che ha suscitato polemiche feroci, soprattutto alla luce della libertà concessa a Adidas. Nel weekend, i social sono stati invasi da messaggi sarcastici e indignati: "No a Yorgos Lanthimos. Sì ad Adidas. No all’arte, sì al denaro", scriveva un utente, riassumendo il sentimento di frustrazione che attraversa l’opinione pubblica.

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