Dal 12 giugno 2025 è entrato ufficialmente in vigore il nuovo Decreto Autovelox del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), pubblicato in Gazzetta Ufficiale e datato 11 aprile 2024. Si tratta di una svolta attesa da oltre un decennio, con l’obiettivo di mettere ordine nell’uso spesso contestato dei dispositivi di rilevamento della velocità. Le nuove norme puntano a tutelare gli automobilisti, riducendo i ricorsi e rafforzando la legittimità dei controlli su strada.
Tra le principali novità introdotte, spicca l’obbligo di autorizzazione prefettizia per tutte le installazioni fisse. Sarà la Prefettura a valutare caso per caso la necessità del dispositivo, tenendo conto del livello di incidentalità, delle caratteristiche della strada e della relazione tecnica presentata dagli enti competenti.
Gli autovelox non potranno più essere collocati ovunque, ma solo in tratti dove sia dimostrabile un concreto rischio per la sicurezza stradale. È espressamente vietata l’installazione su strade urbane locali e di quartiere, mentre sulle strade extraurbane potranno essere autorizzati solo in assenza di condizioni per effettuare controlli diretti da parte delle forze dell’ordine.
Il decreto stabilisce nuovi parametri minimi di distanza tra il cartello di preavviso e il dispositivo. Sulle strade extraurbane il segnale deve trovarsi almeno a 200 metri, mentre in ambito urbano a non meno di 75 metri. Il cartello deve essere ben leggibile, non coperto da ostacoli, e indicare chiaramente la distanza dall’autovelox. Non saranno più ammessi cartelli generici come “controllo elettronico della velocità”.
Inoltre, viene introdotto un limite minimo di distanza tra due autovelox consecutivi, che non potrà essere inferiore a:
500 metri in generale
1 chilometro su strade ad alto scorrimento
3 chilometri su strade extraurbane
1 chilometro su extraurbane locali
4 chilometri in autostrada
Altra novità fondamentale: non si potranno installare autovelox su tratti di strada dove il limite imposto è inferiore di oltre 20 km/h rispetto alla velocità massima prevista per quel tipo di arteria. Una norma pensata per eliminare le cosiddette “trappole” che generavano sanzioni a raffica, spesso ritenute sproporzionate.
Il decreto rende più semplice contestare le sanzioni quando i dispositivi non rispettano i nuovi requisiti. Le multe possono essere impugnate se:
manca il cartello di avviso
l’autovelox è posizionato su strade non autorizzate
non viene rispettata la distanza minima obbligatoria
manca l’autorizzazione della Prefettura
il dispositivo non è omologato
Sarà quindi fondamentale per i Comuni e le forze di Polizia rispettare alla lettera le nuove prescrizioni per evitare contenziosi.
Tutti i dispositivi già presenti sulle strade italiane dovranno essere adeguati alle nuove regole entro il 12 giugno 2025. In caso contrario, verranno disattivati e le multe emesse da postazioni non conformi potranno essere annullate a seguito di ricorso.
I Comuni non potranno più decidere autonomamente l’installazione dei rilevatori: sarà necessario un coordinamento con le Prefetture e con gli altri enti locali. Inoltre, la gestione operativa degli autovelox sarà riservata esclusivamente alle forze di Polizia, senza possibilità di delega a società private.
Nonostante il decreto fissi regole stringenti su posizionamento e utilizzo, resta irrisolto il nodo dell’omologazione dei dispositivi. Questo punto, oggetto di numerosi ricorsi negli anni, sarà trattato da un futuro decreto, che dovrebbe sanare la situazione dei dispositivi approvati dal 2017 in poi, considerandoli automaticamente omologati.
Chi si mette al volante deve tenere a mente:
Verificare sempre la presenza della segnaletica di avviso
Seguire attentamente i limiti di velocità, specie in prossimità di aree sensibili
Controllare, in caso di multa, se il dispositivo è regolarmente installato e autorizzato.