La Generazione Z e i Millennials stanno conquistando un ruolo sempre più centrale nei mercati finanziari, imprimendo una svolta che orienta il settore verso nuovi orizzonti. I membri più maturi di questa fascia demografica, avendo iniziato a consolidare le proprie carriere, hanno raggiunto una maggiore stabilità economica. Questo passaggio ha accresciuto l’attenzione verso l’educazione finanziaria e l’investimento, non solo per esigenze immediate ma anche in ottica di lungo periodo. Con una molteplicità di strumenti a disposizione, i giovani apprendono le dinamiche della finanza tramite i canali a loro più familiari: social media, ricerche online, influencer e applicazioni fintech. Non sorprende quindi che uno studio condotto da FINRA e CFA Institute nel maggio 2023 negli Stati Uniti abbia evidenziato come i nuovi investitori imparino a parlare il linguaggio dei mercati soprattutto attraverso piattaforme digitali e contenuti accessibili. Il fenomeno non riguarda solo il Nord America. Anche in Europa, seppur con maggiore gradualità, si osserva lo stesso trend.Nel sondaggio People & Money pubblicato da BlackRock nell’ottobre 2024, realizzato in collaborazione con YouGov e basato su oltre 36.000 interviste in 14 mercati europei, emerge chiaramente che la crescita degli investimenti è trainata da giovani e donne, due categorie sempre più protagoniste.
Come in ogni storia di successo, tuttavia, non mancano le criticità. Le principali barriere all’ingresso restano di natura finanziaria: molti non investitori dichiarano di non avere capitale sufficiente, altri temono i rischi. Ma il vero ostacolo è la scarsa conoscenza dei mercati: un numero significativo di persone afferma di non possedere competenze adeguate o di non sapere come e dove iniziare. A ciò si aggiunge il pericolo delle cosiddette strategie di pump and dump, forme di frode che, facendo leva sulla FOMO (“Fear of Missing Out” o “Paura di perdersi qualcosa”), spingono gli investitori inesperti verso decisioni impulsive e potenzialmente dannose. Il futuro dei giovani investitori appare comunque promettente. Con l’avvicinarsi dell’età pensionabile dei Baby Boomer e l’assestamento della Generazione X (35-55 anni), la loro propensione al rischio e la loro attività sui mercati tenderanno a ridursi, lasciando spazio ai Gen Zers, che arriveranno più preparati e con esperienza alle spalle. In questo contesto, gli strumenti più diffusi restano azioni, fondi comuni e obbligazioni, ma negli ultimi anni hanno guadagnato popolarità anche gli ETF, in particolare quelli legati agli indici S&P 500 e MSCI World, oltre al crescente interesse per le criptovalute.
In Italia permane una predilezione per le obbligazioni, considerate uno strumento tradizionale e sicuro. Tuttavia, il quadro sta evolvendo: le nuove generazioni mostrano maggiore apertura verso mercati più dinamici e una propensione al rischio più marcata rispetto ai loro predecessori. I Gen Z di 18 anni e oltre, ad esempio, investono a un ritmo elevato grazie ad applicazioni, azioni frazionate, criptovalute e facile accesso alle informazioni via social media. Eppure non tutti investono: occupazione, reddito e soprattutto l’influenza dei genitori che contribuiscono finanziariamente restano determinanti. Anche la conoscenza degli strumenti, spesso acquisita tramite l’istruzione post-diploma superiore, può spingere i non investitori a muovere i primi passi. Proprio l’educazione finanziaria si conferma una leva fondamentale. Un insegnamento strutturato, già a partire dalle scuole superiori e rafforzato nelle comunità a basso reddito, può ridurre le disuguaglianze, favorire la partecipazione e aiutare i giovani a comprendere rischi e opportunità, evitando decisioni dettate da mode o pressioni sociali.
Disclaimer: Le informazioni contenute in questo testo sono a scopo puramente divulgativo e non costituiscono consulenza finanziaria o raccomandazioni di investimento. Ogni decisione finanziaria deve essere valutata individualmente e, se necessario, con un consulente qualificato