Esteri

Bank of Korea ferma i tassi al 2,5% tra incertezze e rischi sul debito delle famiglie

Redazione
 
Bank of Korea ferma i tassi al 2,5% tra incertezze e rischi sul debito delle famiglie
La Bank of Korea ha confermato il tasso di interesse di riferimento al 2,5%, in linea con le attese degli analisti e dei mercati finanziari globali. La decisione riflette un approccio prudente in un contesto economico ancora fragile, segnato da bassa crescita e da una persistente incertezza sui negoziati commerciali internazionali.

Bank of Korea ferma i tassi al 2,5% tra incertezze e rischi sul debito delle famiglie

Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale sudcoreana ha spiegato che l’economia nazionale continuerà a registrare una crescita contenuta per un certo periodo, mentre l’inflazione si mantiene su un percorso stabile. La scelta di lasciare invariato il tasso di base tiene conto anche dei recenti segnali di tensione nel mercato immobiliare di Seul e nelle aree limitrofe, dove i prezzi delle case sono aumentati in modo significativo, accompagnati da un ulteriore incremento del debito delle famiglie.

La Bank of Korea ha sottolineato che, nonostante la stabilità dell’inflazione, rimane cruciale valutare attentamente l’impatto delle misure macroprudenziali adottate per frenare l’eccessivo indebitamento privato e contenere i rischi di instabilità finanziaria. La banca continuerà a monitorare la volatilità dei mercati valutari, un fattore particolarmente rilevante in un momento di tensioni globali e nuove politiche commerciali protezionistiche.

Il Consiglio ha ribadito la propria strategia di taglio dei tassi solo in presenza di un concreto rischio al ribasso per la crescita, precisando che eventuali ulteriori riduzioni del tasso di base saranno valutate in base all’evoluzione del contesto macroeconomico interno ed esterno.

Sui mercati asiatici, la reazione è stata mista. Il Nikkei ha chiuso in calo dello 0,61%, il Nifty50 ha perso lo 0,19%, mentre l’Hang Seng ha guadagnato lo 0,14 per cento e Shanghai è salita dello 0,46%. In controtendenza l’indice di Singapore, che ha toccato un nuovo massimo storico grazie alla spinta degli acquisti nel comparto bancario e immobiliare.

A mantenere alta la tensione sui mercati contribuiscono anche le recenti mosse protezionistiche annunciate da Donald Trump, con l’imposizione di un dazio del 50% sulle importazioni di rame e su quelle provenienti dal Brasile a partire dal primo agosto. Una decisione che potrebbe influenzare ulteriormente i flussi commerciali globali e alimentare la volatilità nei prossimi mesi.
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