La Banca d’Italia ha lanciato un avvertimento riguardo a un profilo Instagram falso che utilizza in modo illecito il nome e il logo ufficiale dell’Istituto con l’obiettivo di attrarre utenti verso un gruppo WhatsApp in cui vengono promossi presunti servizi di investimento e consulenze finanziarie.
Falso profilo su Instagram, la Banca d’Italia smentisce e avverte: nessun servizio di investimento ai privati
L’account, privo di qualsiasi autorizzazione e del tutto estraneo all’Istituzione, è stato progettato per apparire credibile: presentava un’estetica simile a quella di un canale ufficiale, con una bio autorevole e contenuti mirati a creare un’aura di affidabilità. In realtà, si trattava di una truffa orchestrata con modalità ormai diffuse nel panorama digitale, che sfruttano simboli e nomi riconoscibili per conquistare la fiducia degli utenti e condurli in ambienti chiusi e difficilmente monitorabili, come gruppi di messaggistica, dove vengono proposte operazioni non autorizzate e potenzialmente pericolose.
La Banca d’Italia ha immediatamente preso le distanze in modo netto da qualsiasi attività di questo genere, ribadendo attraverso una nota ufficiale la propria totale estraneità rispetto a servizi rivolti ai privati cittadini in ambito di investimento o gestione di fondi.
“La Banca d’Italia non offre servizi di investimento o gestione di denaro a soggetti privati”, si legge nel comunicato diffuso il 6 agosto, nel quale si sottolinea anche l’importanza di non fornire in alcun caso dati personali, bancari o documenti a canali non ufficiali o di dubbia provenienza. Contestualmente, sono state attivate le procedure per ottenere la rimozione del profilo fraudolento e allertare le autorità competenti, riservandosi la possibilità di azioni legali per tutelare il nome e l’immagine dell’Istituto.
Il profilo, una volta segnalato, è stato prontamente svuotato di tutti i contenuti visibili, una mossa tipica dei truffatori digitali per eludere l’identificazione, ma che ha confermato ulteriormente la sua natura illecita. Questo episodio si inserisce in un fenomeno in costante crescita, dove le truffe online sfruttano tecniche sempre più raffinate: dalla creazione di profili falsi con toni professionali all’uso di video deepfake, fino a campagne pubblicitarie sponsorizzate che propongono “investimenti sicuri” o presunti vantaggi esclusivi per pochi selezionati.
I social network diventano così terreno fertile per operazioni fraudolente che mirano a carpire la fiducia degli utenti attraverso la simulazione di autorevolezza. L’utilizzo di nomi istituzionali e simboli ufficiali rappresenta uno degli strumenti più pericolosi di questa strategia, perché abbassa la soglia di diffidenza e spinge molti cittadini ad affidarsi a canali non verificati. Per questo la Banca d’Italia invita a mantenere alta l’attenzione e a verificare sempre l’autenticità degli account e delle comunicazioni ricevute, controllando le informazioni direttamente sul sito ufficiale dell’Istituto o utilizzando i canali istituzionali previsti per chiarimenti e segnalazioni.
In presenza di messaggi che promettono rendimenti elevati, che contengono errori di grammatica o che avanzano richieste urgenti, è opportuno sospendere ogni interazione e approfondire la legittimità della fonte. Inoltre, è essenziale non cliccare su link sospetti, non accettare inviti in gruppi chiusi e non condividere dati sensibili. La vicenda conferma quanto sia necessario rafforzare le difese digitali e promuovere una cultura della prudenza e della consapevolezza online, soprattutto quando in gioco vi sono nomi di enti pubblici o autorità finanziarie. L’attenzione costante, unita a una corretta informazione, resta la prima linea di difesa contro le insidie del web e le nuove forme di truffa digitale che minano la fiducia nelle istituzioni.