I mercati della regione Asia-Pacifico hanno chiuso la giornata di contrattazioni in tono minore, dopo le vendite di ieri di Wall Street, che non ha metabolizzato l'attacco del presidente Trump nei confronti del capo della Federal Reserve, Jerome Powell, del quale ha reclamato le dimissioni per non avere tagliato i tassi di interesse.
Borse: l'offensiva di Trump contro il presidente della Fed, dopo Wall Street, condiziona anche i mercati asiatici
L'indice più importante del Giappone, il Nikkei 225, così come il Topix, che si è mantenuto stabile. Lievi guadagni, alla borsa di Seul, per il Kospi - + 0,19% - e per il titolo a piccola capitalizzazione Kosdaq - + 0,16% -.
L’indice australiano S&P/ASX 200 ha perso lo 0,63%. In arretramento gli indici cinesi: l'Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,25%; il CSI 300 della Cina continentale ha lasciato lo 0,17%.
I futures azionari statunitensi sono rimasti pressoché invariati. I futures legati alDow Jones Industrial Average ha perso 18 punti. Entrambi i futures S&P 500 e futures sul Nasdaq 100 anche scambiati vicino alla linea piatta.
Negli Stati Uniti, durante la notte, le tre principali medie hanno registrato pesanti perdite perché, secondo gli analisti, i ripetuti attacchi di Trump a Powell sollevano dubbi sull’indipendenza della banca centrale. Incertezza anche sul fronte dei dazi, dal quale non giungono segnali di colloqui.
Il Dow Jones Industrial Average ha perso 971,82 punti, pari al 2,48%, chiudendo a 38.170,41. L’ S&P 500 è arretrato del 2,36%, chiudendo a 5.158,20. Il Nasdaq Composite ha lasciato il 2,55%, chiudendo a 15.870,90.