Economia

Borse: i titoli tech frenano Wall Street e i mercati asiatici ne risentono

Redazione
 
Borse: i titoli tech frenano Wall Street e i mercati asiatici ne risentono
Il nervosismo che a caratterizzato, ieri, la giornata di Wall Street (oggi chiusa per la festa del Ringraziamento), appesantita dall'andamento dei titoli delle società tecnologici, si è riverberato sui mercati asiatici, che hanno un percorso contrastato.
Il principale indice giapponese, il Nikkei 225, ha guadagnato lo 0,7% a 38.400,00, mentre l'indice S & P/ASX 200 australiano è avanzato dello 0,8% a 8.473,30. Il Kospi della Corea del Sud è rimasto invariato a 2.503,01.
Brusco ridimensionamento per le azioni cinesi, con gli investitori che hanno voluto vendere per consolidare i profitti dei recenti guadagni.

L'indice Hang Seng di Hong Kong ha perso l'1,3% a 19.344,07. Meno accentuate le perdita per lo Shanghai Composite, arretrato dello 0,3% a 3.299,87.
Ieri l'S & P 500 è sceso dello 0,4% a 5.998,74, mettendo fine ad una serie positiva durata sette giorni.
Il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,3%. a 44.722,06, con il Dow e l'S & P 500 vicini ai massimi storici stabiliti martedì.

Il Nasdaq Composite, dove sono rappresentati i titoli tecnologici, è sceso dello 0,6% a 19.060,48.
In terreno positivo hanno chiuso Nvidia e Microsoft (entrambe hanno perso l'1,2%) e Broadcom (che è crollato del 3,1%). Ad appesantire il comparto il brutto andamento di alcuni produttori di personal computer. HP è scesa dell'11,4% dopo aver dato agli investitori una previsione di utili più debole del previsto per il trimestre in corso. Dell è scivolata del 12,2% dopo che i suoi ultimi ricavi trimestrali sono stati inferiori alle previsioni di Wall Street.

I guadagni per le società finanziarie e sanitarie hanno contribuito a moderare le perdite del mercato.
I consumatori stanno risentendo dell'aumento dei prezzi: l'indice delle spese per consumi personali (PCE) elaborato dal governo è salito al 2,3% in ottobre, dal 2,1% di settembre.
Il petrolio greggio di riferimento statunitense ha perso 15 centesimi, attestandosi a 68,57 dollari al barile, mentre il greggio Brent, lo standard internazionale, ha perso anch'esso 15 centesimi, attestandosi a 72,15 dollari al barile.
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