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La famiglia di Cecilia Sala chiede il silenzio stampa

Redazione
 
La famiglia di Cecilia Sala chiede il silenzio stampa

''La situazione di nostra figlia, Cecilia Sala, chiusa in una prigione di Teheran da 16 giorni, è complicata e molto preoccupante. Per provare a riportarla a casa il nostro governo si è mobilitato al massimo e ora sono necessari oltre agli sforzi delle autorità italiane anche riservatezza e discrezione. In questi giorni abbiamo sentito l’affetto, l’attenzione e la solidarietà delle italiane e degli italiani e del mondo dell’informazione e siamo molto grati per tutto quello che si sta facendo''.
I genitori di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta nel carcere di Evin, in Iran, dopo essere stata arrestata sulla base di accuse a dir poco vaghe, hanno chiesto il silenzio stampa, per favorire l'azione di chi, da giorni, si sta adoperando per la liberazione della figlia.

La famiglia di Cecilia Sala chiede il silenzio stampa

Elisabetta Vernoni e Renato Sala, in un appello, pubblicato questo pomeriggio, hanno detto che ''la fase a cui siamo arrivati è, però, molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione. Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa. Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare accogliendo questa nostra richiesta''.

Un appello umanamente comprensibile e al quale Euroborsa, a partire da oggi, ha deciso di aderire, pur nella consapevolezza che l'opinione pubblica, che sta partecipando con grande coinvolgimento alla vicenda di Cecilia Sala, con una mobilitazione massiccia e che vede tutti i partiti uniti nel chiederne il rilascio, non può essere privata dell'informazione non solo sugli sforzi del governo, ma anche sulle condizioni di salute della giornalista, che, lo ricordiamo, è detenuta in un carcere in cui sono reclusi i dissidenti iraniani, in condizioni disumane oltre che degradanti.
Nelle ultime ore, nell'ambito dell'attività della nostra diplomazia, l'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è stata ricevuta al ministero degli Esteri di Teheran e in questa sede ha nuovamente sollecitato il rilascio della giornalista e, comunque, migliori condizioni di detenzione.

La vicenda di Cecilia Sala è strettamente legata a quella di Mohammed Abedini, l'ingegnere iraniano arrestato a Malpensa, su mandato internazionale di cattura diramato dagli Usa, in quanto ritenuto il fornitore di tecnologia sofisticata usata per la costruzione dei micidiali droni venduti alla Russia e usati in Ucraina. Droni che sarebbero anche usati per colpire Israele da parte delle milizie sciite legate a Teheran.

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