L'autorità di regolamentazione del mercato cinese ha accusato, oggi, Nvidia, sulla base di una indagine preliminare, di avere violato la legge anti-monopolio del Paese. L'annuncio, accompagnato dalla comunicazione che l'authority proseguirà la sua indagine preliminare sul gigante dei chip statunitense, ha avuto come conseguenza, un calo del 2% del titolo nel trading pre-mercato.
Semiconduttori: per la Cina, Nvidia ha violato la legge anti-monopolio. Il titolo perde il 2%
Nvidia è da tempo nel mirino dell'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato (SAMR), dopo l'acquisizione di Mellanox (società tecnologica israeliana che crea soluzioni di rete per data center e server) ad alcuni accordi stipulati durante l'acquisizione.
L'accordo, che risale al 2020, era stato approvato dalla Cina con determinate condizioni. Ora SAMR afferma che Nvidia, con l'accordo, ha violato le leggi anti-monopolio cinesi, anche se nella comunicazione dell'authority non vengono forniti dettagli sulle contestazioni specifiche.
La mossa di Pechino potrebbe ulteriormente complicare i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, iniziati ieri a Madrid, sulla spinosa questione delle tariffe imposte all'export cinese, in una partita che sembra giocarsi soprattutto sul campo della tecnologia.
Sabato Pechino ha aperto due indagini separate sui semiconduttori: una è un'indagine antidumping su alcuni chip importati dagli Stati Uniti; l'altra è un esame anti-discriminazione delle restrizioni statunitensi sull'industria cinese dei chip.