Il costo della criminalità per le imprese italiane continua a marcare una preoccupante tendenza all'aumento. Nel 2023, i delitti che interessano l’attività d’impresa denunciati alle Autorità giudiziarie dalle Forze di polizia sono saliti del 5,6%. Questo dato segna la terza crescita consecutiva, sebbene con un ritmo leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti (+5,9% nel 2022 e 12,5% nel 2021).
Crescono i delitti contro le imprese (+5,6% nel 2023), criminalità informatica guida l'aumento
Questo trend crescente rappresenta una sfida significativa per la sicurezza e la competitività del tessuto imprenditoriale del paese, impattando direttamente sulle operazioni e sui bilanci delle aziende. È quanto emerge dal monitoraggio condotto dall'Istat, che prende in considerazione diciotto tipologie di delitti, spaziando dai reati tradizionali come furti, rapine ed estorsioni, fino a quelli più moderni.
Una quota sempre più rilevante di questi illeciti è infatti rappresentata dai reati informatici, che includono truffe e frodi digitali e altri delitti legati all'uso della tecnologia, e costituiscono oltre un terzo (35,5%) del totale dei delitti contro le imprese. La crescita complessiva del 5,6% registrata nel 2023 è la combinazione di dinamiche diverse tra i tipi di reato: si osserva un aumento marcato, pari al 7,8%, per i reati informatici, e un aumento più contenuto, pari al 4,5%, per gli altri reati tradizionali contro le imprese.
È interessante notare come i reati informatici siano tornati a salire con decisione dopo un calo registrato nel 2022 (-2,8%), mentre gli altri reati, pur continuando ad aumentare, hanno segnato una decelerazione rispetto al +11,2% del 2022. Tra gli altri reati contro le imprese, il monitoraggio Istat evidenzia una crescita superiore alla media del +4,5% per alcuni tipi di illeciti che continuano a impattare le attività fisiche. Spiccano gli aumenti per i furti di automezzi per trasporto merci (+16,6%), le rapine in pubblica via (+9,5%), i furti d'auto (+7,4%), le rapine in esercizi commerciali (+6,3%) e i furti in esercizi commerciali (+6%). Parallelamente, si registra un'attenuazione per alcuni tipi di illeciti come la contraffazione di marchi e prodotti industriali (-1,6%), le estorsioni (-5,1%) e il riciclaggio (-6%).
Un focus approfondito su questi fenomeni e sulla loro incidenza sull'attività d'impresa, evidenziando la stretta correlazione tra legalità, sicurezza e crescita economica dei territori, viene regolarmente proposto da Confartigianato. L'organizzazione dedica al tema analisi specifiche, come quelle contenute nel suo 19° rapporto annuale e in precedenti studi sulla tendenza dei reati informatici e sulla domanda di esperti in cybersecurity nelle imprese.
Questo tema è stato al centro del report 'La sicurezza, un asset per le imprese in una congiuntura dominata dall’incertezza' e di un convegno organizzato da Confartigianato Terni, Viterbo e Rieti lo scorso 28 aprile, dove sono state presentate analisi dettagliate sulla tendenza dei reati e sull'esposizione alla contraffazione e all'abusivismo nel contesto economico attuale. Un'appendice statistica, realizzata in collaborazione con l'Ufficio Studi Confartigianato Marche, offre dati territoriali specifici sull'impatto dei delitti sulle imprese, incluse quelle manifatturiere esposte alla contraffazione.
Analizzando il trend sul territorio nel 2023 tra le principali sette regioni, i delitti contro le imprese sono cresciuti in Piemonte (+11,8%), Lazio (+9,8%), Campania (+6,3%), Lombardia (+5,0%), Liguria (+4,5%), Sicilia (+3,3%), mentre la Puglia segna una controtendenza con un calo dell'1,1%. Tra le ventitré principali province con un numero di delitti ogni 100 unità locali delle imprese superiore alla media nazionale, si osserva nel 2023 una crescita di delitti superiore alla media nazionale del +5,6% in aree come Firenze (+16,7%), Lodi (+15,7%), Torino (+14,9%), Roma (+10,0%), Palermo (+9,2%) e Napoli (+5,9%), oltre ad altre province con incrementi significativi. Foggia è stazionaria, mentre si registrano diminuzioni in alcune province come Livorno, Imperia, Bari e Barletta-Andria-Trani (-12,5%). Guardando a un arco temporale più ampio, quello di quattro anni (2019-2023), il quadro cambia in modo significativo: i delitti che colpiscono l’attività d’impresa sono cresciuti complessivamente del 10,0%.
Questa dinamica di lungo periodo è stata sostenuta quasi interamente dalla crescita esplosiva dei reati informatici, che sono aumentati del 45,5% in quattro anni. Al contrario, gli altri reati tradizionali contro le imprese sono complessivamente diminuiti del 3,0% nello stesso periodo. In chiave territoriale, nell'arco 2019-2023 il totale dei delitti contro le imprese risulta in crescita in tutte le principali regioni analizzate: Lazio (+15,6%), Campania (+12,3%), Piemonte (+11,9%), Sicilia (+10,7%), Lombardia (+7,2%), Puglia (+4,0%) e Liguria (+1,3%).
Tra il 2019 e il 2023, molte principali province hanno rilevato aumenti di delitti contro le imprese a doppia cifra o almeno uguali alla media nazionale del 10,0%. Tra queste, Lodi (+51,3%), Firenze (+26,3%), Palermo (+25,8%), Parma (+20,8%), Roma (+14,5%), Torino (+13,6%), Napoli (+9,8%) e Milano (+3,7%), a testimonianza di come la criminalità, e in particolare quella digitale, stia evolvendo e colpendo il tessuto imprenditoriale in modo diffuso. Solo Foggia registra una diminuzione (-4,4%) in questo periodo.