I dazi statunitensi devono ancora manifestare il loro impatto sulle imprese italiane e secondo un rapporto di Confartigianato, le realtà nostrane si stanno impegnando per conquistare nuovi mercati al di fuori degli Usa: nei primi 4 mesi del 2025, le vendite dei prodotti Made in Italy in 25 paesi "Top market" (che l'anno prima assorbirono il 61,5% dell'export) sono cresciute del 5,2%, a fronte di un -2% degli altri mercati esteri.
Granelli (Confartigianato): "Export a +5,3% in 25 paesi extra Usa, imprese vanno sostenute"
Al vertice della classifica, ci sono Emirati Arabi (7,9 miliardi di valore assoluto, +20,9%), seguiti da Brasile (5,8 miliardi, +14%), Svizzera (30,2 miliardi, +13,1%), Spagna (34,5 miliardi, +10,6%), Arabia Saudita (6,2 miliardi, +9,6%).
Se il trend fosse confermato, l'aumento dell'export per l'intero anno arriverebbe, stando alle stime di Confartigianato, fino a 20,4 miliardi di euro, dato che compenserebbe il calo di vendite negli Stati Uniti causa dazi. Un dato che sarebbe dovuto specialmente alle piccole imprese, con l'export delle PMI negli Emirati che tocca quota 3,5 miliardi di euro.
Marco Granelli, Presidente di Confartigianato (in foto), ha commentato: “Le nostre imprese stanno facendo la loro parte per reagire all’impatto dei dazi Usa, cercando nuovi sbocchi di mercato per il made in Italy. Ora, però, chiediamo che l’Europa faccia veramente l’Europa e ponga la competitività degli imprenditori al centro della sua azione. Abbiamo troppe palle al piede: eccesso di burocrazia, peso del fisco, difficoltà di accesso al credito, alti costi energetici. Basti dire che le imprese italiane pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea. Al Governo italiano chiediamo altrettanto impegno per difendere e valorizzare la qualità del made in Italy sui mercati internazionali”.