Economia

Grano: blitz Coldiretti al porto di Manfredonia contro falso made in Italy (+82% Canada)

Redazione
 
Grano: blitz Coldiretti al porto di Manfredonia contro falso made in Italy (+82% Canada)

Un'azione di protesta eclatante e simbolica quella messa in atto questa mattina dagli agricoltori di Coldiretti Puglia al porto di Manfredonia, dove sono andati all'arrembaggio, con gommoni e motoscafi, della nave 'Rooster' proveniente dal Quebec, Canada. L'obiettivo: denunciare quella che definiscono una vera e propria "invasione" di grano estero, spesso trattato con sostanze vietate in Italia, che mette a rischio non solo la salute dei consumatori, ma anche la sopravvivenza stessa delle aziende agricole nazionali.

Grano: blitz Coldiretti al porto di Manfredonia contro falso made in Italy (+82% Canada)

A far scattare l'allarme, secondo Coldiretti Puglia, è il raddoppio degli arrivi di grano dal Canada nel solo mese di gennaio 2025, con un aumento impressionante dell'82% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Un flusso massiccio che si somma a un aumento già consistente del 68% registrato nel 2024. Solo a gennaio di quest'anno, denunciano gli agricoltori, sono arrivati 87,4 milioni di chili di grano duro dal Canada. Il cuore della denuncia di Coldiretti risiede nella qualità di questo grano importato.

L'utilizzo del glifosato in preraccolta sul grano canadese è una pratica purtroppo diffusa, ma vietata nel nostro Paese per motivi sanitari e ambientali. Ma il problema non riguarda solo il Canada e il glifosato. Grano proveniente da altri paesi come la Turchia, la Russia e l'Ucraina, denunciano gli agricoltori, viene prodotto utilizzando sostanze chimiche da anni vietate in Europa. Tra queste figurano il Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni, il Malathion, tossico per le api, il Cyflutrin, un insetticida anch'esso cancerogeno, il Fenoxaprop Pethyl, un erbicida non permesso nella Ue (usato anche su grano russo e canadese), e il Chlorothalonil (usato su grano ucraino), anch'esso un fungicida sospetto cancerogeno.

Questa situazione di disparità nelle regole e di arrivi massicci ha ripercussioni dirette e devastanti sul reddito degli agricoltori nazionali. L'arrivo di grano estero, spesso a prezzi inferiori a causa dei minori standard produttivi e dei costi di produzione più bassi, ha causato un crollo del prezzo del grano pugliese, che ha perso ben 40 euro in 1 anno. La minor disponibilità di prodotto nazionale, con un calo stimato del 10% delle superfici a grano duro in Puglia (principale area di produzione italiana), non ha purtroppo effetto sui prezzi pagati agli agricoltori, proprio a causa di queste importazioni percepite come sleali. A peggiorare il quadro per le aziende agricole pugliesi, si sommano gli effetti dell'aumento dei costi di produzione – legato alla difficile situazione internazionale – e quelli dei cambiamenti climatici, con la siccità che lo scorso anno ha tagliato la produzione di un quinto. Un periodo difficile per un settore stretto tra pratiche sleali e imprevedibilità climatica.

La mobilitazione al porto di Manfredonia, con slogan come "Mamma è ora di dare battaglia" e "Mamma sei sicura che quello che mangiano i tuoi figli non contenga schifezze", mira a denunciare uno scenario critico sia per le imprese agricole che per i consumatori. L'obiettivo è impedire che vengano spacciati come pane e pasta italiani prodotti ottenuti con grano importato, sfruttando una filiera poco trasparente.

“Siamo e saremo sempre le sentinelle dei consumatori, è la nostra battaglia per garantire la trasparenza e l’indicazione chiara in etichetta del cibo che arriva sulle tavole degli italiani”, ha detto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “la lotta al falso made in Italy non si fa a parole, si fa con i fatti, con le azioni chiare ed inequivocabili, perché la Coldiretti non è contro le importazioni, anzi, ma pretende che quanto arriva in Italia dai Paesi extracomunitari sia chiaramente indicato in etichetta e soprattutto non venga miracolosamente nazionalizzato per fare pane e pasta made in Italy”, ha tuonato Piccioni.

“Gli arrivi massicci di grano dall’estero confermano un trend che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dal Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, spesso in coincidenza con il periodo di raccolta”, denuncia Mario de Matteo, vicepresidente di Coldiretti Puglia, nel denunciare che “gli agricoltori pagano a caro prezzo le ripercussioni che inevitabilmente queste operazioni avranno sul loro reddito in un periodo difficile per un settore stretto tra pratiche sleali e cambiamenti climatici che rischiano di far sparire soprattutto le piccole aziende, proprio quando siamo alle porte della nuova campagna”, insite de Matteo.

A peggiorare il quadro potrebbe contribuire una potenziale guerra commerciale tra Usa e Canada, che, secondo il rapporto della Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan, potrebbe far calare gli acquisti di cereali canadesi negli States, spingendo di fatto a indirizzarli verso altri mercati, inclusa l'Europa. Di fronte a questo scenario, la richiesta di Coldiretti è chiara e pressante: rafforzare i controlli alle frontiere sulla qualità e sulla salubrità delle merci importate e chiedere il rispetto del principio di reciprocità. L'obiettivo è garantire che tutti i prodotti agroalimentari che entrano nel nostro Paese rispettino gli stessi standard rigorosi a livello ambientale, di sicurezza (uso di fitofarmaci vietati) e di rispetto dei diritti dei lavoratori, che sono garantiti dagli agricoltori italiani, e che sia sempre chiara l'origine in etichetta.

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