Economia

La filiera Ho.Re.Ca. traina il Made in Italy e vale il 5,7% del PIL

Redazione
 
La filiera Ho.Re.Ca. traina il Made in Italy e vale il 5,7% del PIL

Nel 2024, la filiera Ho.Re.Ca. si conferma uno dei pilastri economici e sociali dell’Italia, generando un fatturato complessivo di 107,1 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto al 2019, e occupando circa 1,5 milioni di persone. Sono numeri che emergono dal Rapporto Strategico 2025 dal titolo “Nutrire il Paese, connettere le persone. L’Horeca come ecosistema”, presentato alla Camera dei Deputati da Italgrob e AFDB e realizzato da The European House - Ambrosetti.

La filiera Ho.Re.Ca. traina il Made in Italy e vale il 5,7% del PIL

La ricerca restituisce l’immagine di un comparto vitale, non solo per l’economia ma anche per la coesione sociale. L’Ho.Re.Ca. – acronimo che indica hotel, ristoranti e catering – non è più solo sinonimo di consumo fuori casa, ma un vero e proprio “ecosistema” che abbraccia logistica, produzione agroalimentare, turismo, innovazione e sostenibilità. Solo nel 2024, il settore ha generato 53,8 miliardi di Valore Aggiunto e investito 2,7 miliardi di euro.

Particolarmente rilevante il ruolo della Distribuzione Ho.Re.Ca., che ha prodotto 15,3 miliardi di euro di fatturato, con 2,7 miliardi di Valore Aggiunto e 57.000 addetti (inclusi stagionali e agenti). Le 3.400 imprese attive nella distribuzione – sia di cibo che bevande – hanno investito oltre 107 milioni di euro, dimostrando un dinamismo che si riflette su tutta la filiera agroalimentare.

La spesa per consumi alimentari, stagnante da oltre un decennio, rappresenta una componente fondamentale del PIL italiano – il 60% nel 2024 – e proprio il canale Ho.Re.Ca. si configura come un’opportunità per rilanciare la domanda interna, soprattutto nelle regioni meridionali dove il consumo “out of home” vale solo il 60% di quello registrato al Nord.

Secondo Antonio Portaccio, presidente di Italgrob, “gli investimenti sostenuti nel 2024 dimostrano l’impegno del comparto verso l’innovazione e la modernizzazione del servizio. Ora servono norme chiare, misure di sostegno e incentivi per accompagnare la transizione digitale e ambientale”.

Il rapporto propone un’“Agenda per la Distribuzione Ho.Re.Ca.” con tre priorità:

- Riconoscimento istituzionale degli operatori, attraverso norme ad hoc o un elenco speciale

- Transizione sostenibile, con misure come il sistema di restituzione controllata degli imballaggi

- Digitalizzazione e formazione, per migliorare competenze e produttività

Un appello raccolto anche dalle istituzioni. Per Francesco Battistoni, segretario di Presidenza della Camera, “il sistema Italia riesce a mantenere forti le proprie catene del valore anche nei momenti di crisi. Il settore Horeca genera valore incentivante e promuove i prodotti agroalimentari italiani nel mondo”.

L’analisi degli operatori, condotta tra gli associati Italgrob, evidenzia che la riduzione del potere d’acquisto (indicata dal 92% del campione) rappresenta la maggiore minaccia all’espansione del settore. Inoltre, il cambiamento demografico sta ridisegnando le abitudini di consumo: gli over 65 destinano solo il 2,4% della loro spesa media mensile all’Ho.Re.Ca., contro l’8,3% dei giovani tra i 18 e i 34 anni.

Secondo Benedetta Brioschi (nella foto), partner - Head of Food&Retail and Sustainability di The European House-Ambrosetti: "la filiera estesa dell’Ho.Re.Ca. genera 125,2 miliardi di Valore Aggiunto, pari al 5,7% del PIL. E l’incidenza sulla spesa familiare ha raggiunto nel 2023 il livello più alto degli ultimi 10 anni".

I rappresentanti del Governo – Morelli, Salvitti, Cantalamessa – hanno ribadito l’importanza del comparto come asset nazionale da valorizzare con politiche industriali di lungo termine, capaci di accompagnare la filiera verso la sostenibilità, l’internazionalizzazione e la competitività.

Conclude Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob: “I consumi fuori casa rappresentano un collante territoriale e sociale. La Distribuzione Ho.Re.Ca. è pronta a fare la sua parte per sostenere l’economia del Paese. Ma servono strumenti, risorse e visione condivisa. Solo così potremo nutrire davvero il Paese e connettere le persone”.

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