Economia

Imprese, Unioncamere: Q1 stabile (-0,05%), crescono società capitale, calano individuali

Redazione
 
Imprese, Unioncamere: Q1 stabile (-0,05%), crescono società capitale, calano individuali

Nel primo trimestre del 2025, il tessuto imprenditoriale italiano ha mostrato una sostanziale stabilità. È quanto emerge dall’analisi congiunta di Unioncamere e InfoCamere, che ha preso in esame i dati delle iscrizioni e cessazioni aziendali registrate presso le Camere di commercio tra gennaio e marzo. Il saldo complessivo tra aperture e chiusure si è attestato a -3.061 imprese, pari a una flessione dello 0,05% dello stock complessivo: si tratta del terzo peggior risultato meno negativo dell’ultimo decennio.

Imprese, Unioncamere: Q1 stabile (-0,05%), crescono società capitale, calano individuali

Il confronto con l’anno precedente è eloquente. Nel primo trimestre del 2024, infatti, il bilancio era stato ben più pesante: -10.951 unità. La fotografia attuale, dunque, pur muovendosi ancora in territorio negativo, segnala un miglioramento significativo. Un dato tanto più rilevante se si considera che l’inizio dell’anno è storicamente condizionato da una stagionalità sfavorevole, dovuta al consolidamento, nei primi mesi, delle cessazioni avvenute formalmente a fine dicembre.

Dietro questa apparente immobilità del sistema, però, si cela un’Italia imprenditoriale che viaggia a due velocità. L’unico motore realmente attivo resta quello delle società di capitali, che crescono con decisione: +13.358 unità, corrispondenti a un incremento dello 0,7%.

Sono queste, infatti, le uniche forme giuridiche a registrare un saldo positivo nel trimestre. Al contrario, prosegue l’emorragia delle imprese individuali, che segnano un calo di 11.597 unità, e delle società di persone, diminuite di 4.316 unità. In flessione anche le altre forme, in larga parte cooperative, che perdono 506 attività.
Una simile dicotomia si riflette anche nella distribuzione territoriale. È il Centro Italia l’unica macro-ripartizione del Paese a chiudere il trimestre con il segno più, con un saldo positivo di 422 imprese. Un contributo determinante arriva dal Lazio, che da solo guadagna 1.657 nuove aziende. Al contrario, Nord e Sud restano in territorio negativo, seppure con tassi di contrazione più contenuti rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2024. Anche a livello settoriale, le differenze sono marcate.

I servizi professionali, scientifici e tecnici emergono come i protagonisti del trimestre, con un saldo attivo di 2.795 imprese, pari a un incremento dell’1,10% rispetto alla fine di dicembre. Un dato che conferma la tendenza favorevole verso le attività ad alto valore aggiunto, in particolare nei settori della consulenza e dell’innovazione. Soffrono invece comparti tradizionalmente forti ma oggi in crisi. Il commercio, in particolare, registra una perdita netta di 7.627 imprese, pari a un calo dello 0,56%. L’agricoltura segue con un saldo negativo di 5.809 unità (-0,84%), mentre la manifattura perde 2.747 imprese, con una variazione percentuale del -0,55%.

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