Ambiente & Sostenibilità

Le inondazioni in Europa ai massimi dal 2013, colpito il 30% dei fiumi

Redazione
 
Le inondazioni in Europa ai massimi dal 2013, colpito il 30% dei fiumi

L'anno scorso, l'Europa ha vissuto un'esperienza estrema: le inondazioni più estese che il continente abbia visto dal 2013. Quasi un terzo della fitta rete fluviale, un intricato sistema di corsi d'acqua che attraversa da nord a sud il Continente, è stato sommerso da piogge torrenziali. E la cosa che fa più riflettere è che, ancora una volta, gli scienziati ci dicono chiaramente che il cambiamento climatico, alimentato dai nostri amati (ma dannosi) combustibili fossili, ha giocato un ruolo da protagonista in questo disastro.

Le inondazioni in Europa ai massimi dal 2013, colpito il 30% dei fiumi

Leggere i numeri fa una certa impressione: almeno 335 vite spezzate in Europa a causa di queste alluvioni nel solo 2024, e oltre 410.000 persone colpite direttamente. A snocciolare questi dati così pesanti sono il Copernicus Climate Change Service dell'Unione Europea e l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), in un rapporto congiunto che traccia un quadro climatico europeo tutt'altro che rassicurante.

A quanto pare, l'Europa occidentale è stata la zona più martoriata: il 2024 è stato infatti uno dei dieci anni più piovosi secondo le registrazioni a partire dal 1950. E non parliamo di una pioggerella leggera: tempeste e inondazioni si sono rivelati gli eventi meteorologici estremi più costosi, con danni che hanno superato la cifra astronomica di 18 miliardi di euro.

A livello globale, il 2024 è stato ufficialmente l'anno più caldo mai registrato. Ormai, il nostro pianeta è circa 1,3 gradi Celsius più caldo rispetto all'era preindustriale, e la colpa è in gran parte delle attività umane. "Ogni ulteriore frazione di grado di aumento della temperatura è cruciale'', ha sottolineato Celeste Saulo, Segretario Generale dell'OMM, spiegando che ''accentua i rischi per le nostre vite, per le nostre economie e per l'intero pianeta".

Certo, il rapporto ha messo in luce anche qualche segnale incoraggiante. Ad esempio, le fonti energetiche rinnovabili hanno prodotto una quota record del 45% dell'energia consumata in Europa nel 2024. E molte città europee si stanno dando da fare per mettere in piedi dei piani per adattarsi meglio ai cambiamenti climatici. Un piccolo raggio di sole in un cielo altrimenti piuttosto nuvoloso.

Però, se guardiamo la cartina dell'Europa, vediamo un po' ovunque fenomeni estremi. Il sud-est del continente ha patito l'ondata di calore più lunga mai registrata, ben 13 giorni di temperature torride. I ghiacciai scandinavi si sono ritirati a una velocità mai vista prima, e lo stress termico è aumentato in quasi tutta Europa. E mentre l'Europa occidentale lottava contro l'acqua alta, gran parte dell'Europa orientale soffriva per la mancanza di pioggia e per una siccità sempre più preoccupante.

Quasi un terzo dell'intera rete fluviale europea ha superato la soglia di alluvione "elevata", e un preoccupante 12% ha addirittura superato i livelli di alluvione "gravi" nel corso del 2024. Tra gli episodi più drammatici, le devastanti inondazioni di Valencia a fine ottobre hanno causato il maggior numero di vittime e i danni economici più ingenti in Europa, con un bilancio tragico di 232 vite perse.

Per non parlare della tempesta Boris, che a settembre ha scaricato la quantità di pioggia più intensa mai registrata nell'Europa centrale, colpendo duramente Austria, Repubblica Ceca, Germania e Slovacchia. Gli scienziati sono categorici: il cambiamento climatico ha reso più probabili queste piogge torrenziali.

Un'atmosfera più calda, infatti, è in grado di contenere una maggiore quantità di vapore acqueo, il che si traduce in precipitazioni molto più intense. Non a caso, il vapore acqueo atmosferico ha raggiunto livelli record nel 2024. Anche se, occorre sottolineare, il clima non è l’unico colpevole. Anche la gestione dei fiumi e la pianificazione urbanistica giocano un ruolo fondamentale, determinando se e dove costruire case e infrastrutture in aree a rischio.

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