Il benessere degli animali da compagnia resta un terreno fragile in Italia, dove i servizi pubblici a loro dedicati mostrano ritardi cronici e profonde disomogeneità territoriali. È quanto emerge dal XIV Rapporto nazionale Animali in Città di Legambiente, presentato alla 37ª edizione di Festambiente, il festival del Cigno Verde svoltosi nei giorni scorsi a Rispescia (GR), con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Enci, Fnovi, Amvi e della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva.
Pet care, Legambiente: solo il 39,5% dei Comuni italiani tutela gli animali d’affezione
Il quadro tracciato dall’associazione ambientalista è tutt’altro che confortante. Su un campione di 734 amministrazioni comunali - pari al 9,3% dei Comuni italiani - che hanno risposto al questionario di Legambiente, meno di quattro su dieci (39,5%) raggiungono la sufficienza nella gestione dei servizi dedicati agli animali d’affezione. La differenza più marcata è quella tra Comuni costieri e interni. Se da una parte entrambi soffrono di ritardi strutturali, le performance restano fortemente disomogenee.
L’accesso ad aree libere per cani, ad esempio, è garantito dal 36,2% dei Comuni costieri, mentre la percentuale crolla al 10,4% in quelli dell’entroterra. Analogo divario riguarda i servizi di pensione per animali (57,3% nei Comuni sul mare, 21,9% altrove) e la gestione del fine vita: solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% di quelli interni hanno regolamenti che disciplinano cremazione, tumulazione o inumazione.
Il Rapporto sottolinea poi un altro punto critico: i botti e i fuochi d’artificio, fonte di forte stress per gli animali. Solo il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni hanno regolamenti per limitarne l’uso. Ancora marginale, inoltre, la presenza di Sportelli Animali o Garanti per i diritti degli animali (8,5% dei Comuni costieri e 4,4% di quelli interni), così come il sostegno economico ai cittadini per la sterilizzazione (14,6% e 4,7%). Sorprende anche il ritardo dei Comuni sul mare nell’adottare un regolamento per l’accesso alle spiagge con animali, presente soltanto nel 23,2% dei casi.
Un vuoto normativo che penalizza direttamente le famiglie con amici a quattro zampe. Non solo criticità: Legambiente ha voluto anche riconoscere e valorizzare le amministrazioni e le Asl più virtuose, assegnando il Premio “Animali in Città” a chi ha saputo distinguersi per buone pratiche e servizi innovativi. Tra i Comuni premiati figurano Napoli, per l’integrazione tra servizi veterinari e socio-assistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO), che spicca per attivismo civico e ordinanze efficaci; e Modena, per gli investimenti consistenti e una regolamentazione completa. Nella categoria dei piccoli centri, sotto i 5mila abitanti, riconoscimenti a Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per progetti sociali e di educazione civica applicati al contesto rurale e montano. Sul fronte delle Asl, invece, ottengono un plauso Napoli 1, Bergamo e Vercelli, capaci di integrare i propri servizi con quelli comunali e di garantire trasparenza e puntualità nei dati.
“Il XIV Rapporto Animali in Città conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Da qui l’appello a promuovere e facilitare la firma di 1.000 patti di comunità in tutta Italia. “È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo un piano nazionale che permetta l’assunzione stabile di 6.000 veterinari e alle Regioni di raggiungere complessivamente 1.000 strutture veterinarie pubbliche, tra canili e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici, distribuiti equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita”.
L’associazione chiede inoltre ai Comuni di investire in aree verdi con accesso libero per i cani, di rendere operative ordinanze e regolamenti già adottati e di rafforzare il senso civico attraverso la collaborazione con le 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato.