Annunciata a marzo, la prima linea di make-up di Louis Vuitton è ormai pronta al debutto. La maison francese ha diffuso il teaser ufficiale di La Beauté Louis Vuitton, progetto affidato alla creatività di Pat McGrath, tra le make-up artist più influenti al mondo. Una collaborazione che unisce il rigore del lusso francese alla visione dirompente di chi ha trasformato il trucco in una disciplina artistica riconosciuta ben oltre le passerelle. L’arrivo di Vuitton nel settore beauty non è un capriccio effimero, ma una mossa strategica.
Louis Vuitton svela La Beauté: rossetti da 160 dollari e l’arte di Pat McGrath
La maison ha annunciato che i prodotti saranno disponibili in 116 boutique entro il primo anno: un piano di distribuzione calibrato, che suona come una promessa di espansione costante. Nel frattempo, il teaser diffuso sui social e ripreso da Business of Fashion ha già scatenato curiosità e inevitabili confronti. La collezione è imponente: 55 rossetti e 10 balsami labbra da 160 dollari ciascuno, otto palette occhi da 250 dollari, con ricariche rispettivamente a 69 e 92 dollari. Ad accompagnare il tutto, accessori in pelle dal sapore squisitamente Vuitton: un astuccio porta-rossetto e un portafoglio per cartine assorbenti.
Oggetti che, al di là della funzione, strizzano l’occhio a quell’universo di feticci che il marchio ha costruito negli anni, trasformando ogni dettaglio in status symbol. Il packaging, firmato dall’industrial designer Konstantin Grcic, rielabora i motivi Monogram e Damier in chiave concettuale. Un richiamo diretto all’heritage della maison, ma con una sensibilità contemporanea che si rivolge a un pubblico cosmopolita e attento all’immagine tanto quanto alla sostanza.
Sul piano delle formule, Vuitton non ha voluto lasciare spazio a critiche: gli ombretti contengono olio di camelia, i balsami labbra utilizzano cera di mimosa upcycled proveniente da Grasse, culla storica della profumeria. Un tocco green che, più che un dettaglio tecnico, diventa oggi parte integrante del racconto di un marchio. Ma la domanda resta: basterà un po’ di camelia e un packaging iconico a giustificare 160 dollari per un rossetto? Il nodo è qui. Vuitton sembra aver scommesso su un fenomeno ben noto ai sociologi dei consumi: i cosiddetti little luxuries, le piccole indulgenze.
In un contesto economico che lascia poche concessioni, soprattutto ai più giovani, la Gen Z continua a difendere i propri rituali beauty. Se una borsa Vuitton rimane un miraggio un rossetto, per quanto costoso, può sembrare un biglietto d’ingresso, seppur simbolico, nel tempio del lusso. È l’economia dei piccoli sfizi: non rivoluziona la vita, ma concede l’illusione di farne parte. Pat McGrath, del resto, non ha mai nascosto l’entusiasmo. “La Beauté Louis Vuitton è il risultato di una straordinaria maestria artigianale, creatività e innovazione”, ha dichiarato. “Ciò che stiamo creando qui aprirà un nuovo livello nella bellezza di lusso”. Parole che calzano a pennello per una maison che ha sempre trasformato il quotidiano in eccezionale.